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Futbol
 
Futbol 2016-05-26 08:44:01 Mian88
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    26 Mag, 2016
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Quando il calcio era uno sport.

Partiamo con un presupposto: chi vi scrive di calcio non ne capisce assolutamente nulla e come tale era fortemente scettica ad affrontare questa lettura.
Ma “Futbol” non è solo un libro sul pallone. E’ la malinconia, la mestizia per quella terra, L’Argentina, ricca di tesori e contraddizioni, quella di chi ci vive e vorrebbe partire per dare una svolta alla sua vita, quella di chi se ne è andato e sa che non vi farà più ritorno, e quella di chi ne è affascinato e vorrebbe recarvisi per non andarsene mai più, la vera protagonista. E’ uno scritto fatto di storie, venticinque brevi racconti che vanno dal “rigore più lungo del Mondo” alle memorie di Mister Peregrino Fernandez, passando per la solitudine di Altobelli. E’ un volume fatto prima di tutto di persone, uomini e donne quasi sempre piegati e sconfitti dalla condizione di appartenenza, essere umani le cui vite si incontrano, scontrano e scorrono grazie al filo conduttore del calcio.
L’elaborato di Soriano è vivo, pulsa di energia e di vitalità. E’ in grado di appassionare tanto chi questo sport già di per sé lo ama, quanto chi di questo non conosce alcunché. E’ inoltre capace di rievocare e ricordare all’amante che il fotbol è prima di tutto passione, gioia, gioco di squadra, che il fotbol non è quello che vediamo alla tv ovvero uno strumento di denaro in mano ai potenti.

«Ci sono tre generi di calciatori. Quelli che vedono gli spazi liberi, gli stessi spazi che qualunque fesso può vedere dalla tribuna e li vedi e sei contento e ti senti soddisfatto quando la palla cade dove deve cadere. Poi ci sono quelli che all'improvviso ti fanno vedere uno spazio libero, uno spazio che tu stesso e forse gli altri avrebbero potuto vedere se avessero osservato attentamente. Quelli ti prendono di sorpresa. E poi ci sono quelli che creano un nuovo spazio dove non avrebbe dovuto esserci nessuno spazio. Questi sono i profeti. I poeti del gioco»

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Commenti

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Mi è tornata in mente la splendida canzone di De Gregori, "La leva calcistica della classe '68".
Un pochino di calcio ne capisco, e la frase finale mi sembra aderente e, soprattutto, molto ben ideata. Sono d'accordo... È la tua è una bella segnalazione.
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