Dettagli Recensione
Sotto la chioma degli aceri
E’ un premio Nobel e si vede, decisamente, da come scrive. Dai dettagli. Dalla potenza della scrittura. Dal registro narrativo. Ed è proprio la padronanza della scrittura che spicca, direi anche prepotentemente, in un’antologia di racconti che, di norma, non è la forma letteraria più indicata a far emergere le qualità di uno scrittore. Le protagoniste sono le vite degli altri, solitarie, fluttuanti, sganciate le une dalle altre, proprio come lo sono i racconti gli uni dagli altri. I miei preferiti sono stati “Arance e mele” e “Foto del ghiaccio” per i personaggi che prendono rilievo sotto la chioma degli aceri canadesi, che fa da sfondo sottile un po’ a tutto il percorso di lettura, in cui lo scorrere del tempo è l’elemento di connessione maggiore in questo fluido scorrere di pensieri, di storie, di vite. Un fiume di parole in cui a volte è difficile capire la distinzione tra prosa e poesia.