Dettagli Recensione
Il bazar dei... sogni
Un titolo suggestivo per una raccolta di racconti nella norma. Ormai il King degli ultimi anni è pericolosamente nella norma, e ci si aspetta molto di più da lui. Certo, ci sono storie di buona fattura, e la varietà di temi e generi conferma la poliedricità dell'autore, ma nessuno dei racconti realmente memorabile. La lettura è comunque abbastanza piacevole, e lo stile del re e sempre inconfondibile.
Il bazar dei brutti sogni è un luogo in cui non vi sono soltanto incubi. Vi troverete di fronte a macchine infernali (vi ricorda qualcosa?), giocatori di baseball tonti e sanguinari, dune di sabbia premonitrici di morte, bambini cattivi e Kindle multidimensionali.
Il re del brivido riesce ancora a tenerci sul pezzo, in alcuni racconti, alcuni dei quali mi hanno riportato alla mente i meravigliosi "Piccoli brividi", che tanto mi terrorizzavano (e intrigavano) da bambino, emozioni che è raro provare ancora. In altri, mancano il mordente e l'elemento soprannaturale, che in un libro dal titolo del genere ci si aspetta in ogni pagina. Non vorrei che alcuni racconti siano stati buttati lì giusto per allungare il brodo, e sono dell'idea che ometterli sarebbe stato probabilmente più produttivo.
C'è un'idea strana che mi frulla in testa ultimamente, quando mi cimento nelle più recenti uscite letterarie di Stephen King, ed è che si sta tentando di sfruttare tutto quello che è sfruttabile. Qualsiasi cosa, buona o cattiva che sia. Non è sempre una buona scelta, anzi, direi che non lo è quasi mai.
Concludendo, il bazar di brutti sogni contiene alcuni racconti non eccezionali, altri molto buoni, come "Ur", "Il bambino cattivo", e "Seppellisco i vivi", ma nessuno di questi è stato memorabile per davvero.
Peccato.
"Puoi arrivare alla persona, ma non al male. Il male sopravvive sempre. Vola via come un uccello del malaugurio e si posa su qualcun altro. È questa la cosa davvero infernale, capisci? La cosa davvero terribile."
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Commenti
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Vale.
Inolttre la tua idea non è strana . Anzi corrisponde assolutamente alla realtà. Le case editrici stanno infatti "tentando di sfruttare tutto quello che è sfruttabile. Qualsiasi cosa, buona o cattiva che sia". .
Purtroppo è così.
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