Dettagli Recensione
L'innocenza dei bambini è una menzogna.
Perfetto. Non è il romanzo migliore di Golding ma è difficile trovare studente che non abbia sfogliato le pagine di questo libro.
Partiamo dal presupposto che in questa sua produzione non c’è nulla di rassicurante. Non il titolo, né tantomeno la trama.
Che l’autore fosse convinto della malvagità insita nei bambini ce ne eravamo accorti dal famoso esperimento portato avanti durante gli anni dell’insegnamento.
Lascia un gruppo di bambini soli in classe a discutere di un argomento e ci scapperà il morto.
Non si è arrivati a questo punto ma come rivelato da un testimone dell’epoca la verità non è molto lontana.
Da questa convizione nasce il Signore delle Mosche. E’ un idea che ossessiona lo scrittore a tal punto che passa ogni momento libero a scrivere, a casa, a scuola, in ogni occasione possibile
Partorisce Ralph, Piggy ,Simon, Jack, i gemelli e sopratutto "L’isola", luogo di meraviglie e bestie oscure. Cosa succederebbe se gli unici sopravvissuti di un disastro aereo fossero dei bambini?
Il romanzo ha il pregio di guidarci dal sogno all’incubo con naturalezza. I personaggi sono definiti anche se incastonati in maschere stereotipate che ne appiattiscono lo spessore emotivo.
Lo stile non entusiasma ma non annoia. L’azione negli ultimi capitoli del romanzo si fa serrante e sfocia in un finale che a mio parere poteva essere maggiormente curato, soprattutto nei dialoghi conclusivi. Ho avvertitola stanchezza dell’autore nella chiusura della vicenda.
Nonostante queste considerazioni consiglio sicuramente la lettura di questo romanzo per la capacità di turbarci, inquietarci e infine farci riflettere sulla parte buia che vive in ognuno di noi. Quella stessa parte che Golding non fa fatica ad accettare come parte di se stesso.
“Con la mancanza di sonno e con molta intelligenza sono cresciuto un po' pazzo, penso, come tutti gli uomini che vivono sul mare molto vicini gli uni agli altri, e così vicini tuttavia a tutto ciò che è mostruoso sotto il sole e sotto la luna.“ (W.Golding)