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The King in Yellow
Il Re in Giallo è una raccolta di dieci racconti di Robert W. Chambers, artista e scrittore purtroppo a lungo dimenticato ma che sta godendo di un rinnovato successo (e quindi di ristampe delle sue opere) anche grazie alla prima stagione della serie tv crime “True Detective”.
Lo spunto per la narrazione è un'opera teatrale (fittizia) in due atti, di un autore sconosciuto, dal titolo The King in Yellow, che una volta letta, renderebbe folli, con squarci di orrori cosmici indicibili per l'incauto lettore. True Detective, che ha fatto della natura letteraria uno dei suoi caratteri distintivi ha diversi riferimenti all’opera di Chambers: in una delle prime puntate, durante un interrogatorio si parla di un fantomatico “Re in giallo” e di eventi inquietanti che si tengono in una località di nome Carcosa, luogo immaginario poi ricostruito nel finale di stagione. «Canto dell'anima mia, la mia voce è morta; Muori anche tu, silenzioso, come lacrime mai piante Destinate a seccarsi e perire Nella perduta Carcosa». È la seconda scena del primo atto, La canzone di Cassilda, che troveremo scarabocchiata nel diario della vittima più celebre di True Detective, la prostituta Dora Lange, e che nel libro di Chambers troviamo ad introdurre il primo racconto, “Il riparatore di reputazioni”.
Nato a Brooklyn nel 1865, Chambers inizia la sua carriera come pittore (la figura dell’artista bohemièn ritorna spesso nei suoi scritti così come l’ambientazione parigina). Naturalmente propenso al fantastico venato di nero simbolismo, iniziò a scrivere attorno agli anni ’90 del XIX secolo, rinunciando però presto alla sua vena horror, per dedicarsi invece ad una letteratura di carattere storico, sociale e romantico, di cui troviamo diversi esempi anche in questo volume. In effetti sono soltanto i primi racconti ad essere legati da quel fil rouge del fantastico e dell’occulto che tra l’altro costituiscono un esempio della sua influenza su Lovecraft, soprattutto, ma non solo, per il concepimento del famigerato Necronomicon, il libro maledetto che passa di mano in mano e il cui nefasto potere si attiva semplicemente sfogliandone le pagine, esattamente come accade con “Il re in giallo”.
Da sempre affascinata da quelle atmosfere in bilico tra l’onirico, il simbolico e il grottesco, devo ammettere di aver intrapreso questa lettura ispirata dalla visione di True Detective sperando di ritrovare nei racconti quegli squarci sull’ignoto, sul fantastico e l’esoterico che tanto avevo apprezzato nella serie. Chambers nei primi racconti inserisce tutti questi elementi, impregnando le sue storie di atmosfere decadenti, romantiche, e allo stesso tempo ricche di inquietudine e terrore psicologico, ma le mie aspettative sono state parzialmente deluse. Leggendo Il Re in Giallo (quello reale) ci ritroviamo comunque davanti a un'opera di pregio, forse un po’ datata, ma contenente tutti gli elementi della letteratura gotica e per nulla inferiore al miglior Poe.