Dettagli Recensione
Il Muro
Il primo racconto, che dá il titolo alla raccolta, é ambientato durante la guerra civile spagnola e vede come protagonista un anarchico condannato al plotone d'esecuzione. La descrizione dell'ultima notte in cella insieme ai compagni segnati dalla stessa sorte é il pretesto per una riflessione sul valore della vita, o meglio sul valore della vita di una persona rispetto a quella di un'altra. Ma é la morte la vera protagonista, che si insinua nella cella subito dopo la lettura della sentenza. E cosí i condannati sono magistralmente dipinti quali "corpi agonizzanti ancora vivi", grigi come cadaveri, vampiri dal corpo putrido, innaturali come innaturale sembra proprio la morte ed inutile una vita lasciata incompiuta.
Se ogni cosa, incluso l'amore, perde di senso di fronte a tale irreversibile esperienza, insensato sembra pure l'ironico epilogo carico di humour noir.
"La Camera" tratta il tema della pazzia, contrapponendo due visioni antitetiche: quella del padre, che vede nel genero ammalatosi qualcosa di inumano, di diverso, qualcosa di altro per cui non si puó che provare compassione, e quello della figlia, che non hai mai smesso di provare amore per il marito nonostante sia diventato mentalmente infermo, tanto da cercare di tendere verso di lui, di pensare come lui, di entrare nel suo mondo.
Un testo che, senza prendere una posizione, fa riflettere sull'esistenza di una scala di doveri e/o opportunitá e su quale gradino della scala si debba eventualmente stare in casi estremi come quello raccontato.
Si prosegue con un bellissimo racconto sull'alienazione il cui protagonista é un misantropo nel tentativo di compiere un gesto risolutivo che dovrebbe consegnarlo agli annali della storia. E' uno scritto sulla vanitá, sulla debolezza umana, sulla violenza che alimenta sé stessa e, ancora una volta, su contrapposizioni: in questo caso l'io e gli altri.
"Intimitá", ovvero quello che le donne non dicono, ma pensano. Questo il quarto racconto, che consiste principalmente nei flussi di coscienza di due donne, due amiche, entrambe alle prese con la separazione di una di esse dal marito. Amore, tradimento, sessualitá, fisicitá, gelosia, fermezza, indulgenza, egocentrismo, incostanza... emerge un po' di tutto questo dai pensieri delle protagoniste.
"Infanzia d'un capo", racconto di formazione, é certamente il piú politico tra i cinque.
La realtá si mischia al gioco che, visto con gli occhi del bambino, diventa esso stesso realtá. Grande spazio é dato all'interpretazione del comportamento degli adulti ed al rapporto con il proprio corpo, un tema questo che verrá ripreso dal protagonista ormai adolescente con la scoperta di Freud e della psicanalisi. Tra i personaggi che accompagnano la sua evoluzione ne emergono alcuni che, per un naturale ascendente o per carisma, ne segnano le varie fasi della crescita: dal complesso di Edipo in etá infantile all'esaltazione della giovinezza, "inquietudine" e negazione del proprio io in etá adoscenziale, fino all'episodio che sancirá l'avvenuta maturazione, vale a dire la definitiva trasformazione in un capo.
Lotta di classe, esplorazione dell'omosessualitá, antisemitismo, trasgressione, autoaffermazione, influenza delle avanguardie... sono solo alcuni dei temi trattati da questo piccolo capolavoro ricco di spunti filosofici.
Nutro un certo pregiudizio per le raccolte di racconti ma penso che dovró ricredermi: questo libro presenta un perfetto equilibrio tra sostanza, tecnica e intrattenimento. Davvero bello.
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Commenti
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Ma quanto é dura trovarne di buoni??
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La tua recensione è davvero molto interessante.
Ho letto il libro tempo fa. Forse ero troppo giovane per una lettura così impegnativa, tanto che non l'ho apprezzata come probabilmente merita.