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Difensore della fede
Prima uscita di una nuova serie di Short Stories con il testo a fronte, questo racconto di ambiente militare vede la luce alla fine degli anni Cinquanta, quando cioè il suo autore non è ancora famoso. Dopo essersi distinto in Europa durante il secondo conflitto mondiale, il sergente Marx torna negli Stati Uniti ed è destinato a un campo di addestramento: la guerra sta per finire, ma la fabbrica di nuovi soldati è ancora in funzione. Al sottufficiale si rivolge ben presto la recluta Grossbart che, facendo leva sulla comune origine ebraica, inizia a estorcergli una serie di favori che aumentano via via d’importanza: il soldato distorce la realtà quel tanto che basta a convincere Marx che, alla fine, in qualche modo si rifà utilizzando pressappoco gli stessi metodi. Alla comparsa sul New Yorker, critiche pesantissime caddero sulla testa di Roth, reo di aver messo alla berlina un ebreo descrivendolo untuoso e ricco d’insidie come la propaganda ha sempre fatto per secoli con la sua razza: per l’autore, però, la considerazione pare non avere importanza perché si tratta solo di un personaggio e per di più secondario. Il vero protagonista è – pare superfluo sottolinearlo – Marx, il suo essere ebreo oramai secolarizzato e indurito dalle esperienze di guerra che, all’improvviso, si trova a confrontarsi con le proprie radici e il proprio passato: bellissimi sono, ad esempio, gli squarci dei ricordi riferiti all’infanzia e alla giovinezza. Non è difficile vedere nel personaggio una trasfigurazione dello stesso autore che cerca di raggiungere un equilibrio con il proprio mondo d’origine nascondendo magari sotto un sorriso beffardo (gli immancabili riferimenti alle asfissianti famiglie ebree sono l’esempio più evidente, ma anche il cognome del protagonista offre il destro all’umorismo) l’impossibilità - e anche l’ingiustizia - del tentativo di lasciarselo del tutto alle spalle. Nel bene o nel male, alla fine Marx è un uomo diverso, incerto se esserne contento o no: la sua evoluzione è raccontata da Roth con una ritmo veloce e asciutto che si diverte a rendere la secchezza e il ritmo del linguaggio militare specie in originale, dove compaiono spesso sigle, acronimi ed espressioni gergali.