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Single, frivole, pronte a tutto
 
Single, frivole, pronte a tutto 2015-09-04 19:37:44 Mario Inisi
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    04 Settembre, 2015
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Alcuni racconti sono belli

“Raggiunse l’auto e aiutò Bailey a sistemarsi sul sedile del passeggero. Poi si sedette al volante ma non mise in moto. Pensò che un giorno, forse molto presto, sarebbe stata single, frivola, pronta a tutto e senza cani, libera di uscire con professori grassottelli, veterinari, e chiunque altro le fosse piaciuto. Desiderò che quel pensiero la rendesse felice. Desiderò di provare qualsiasi altra cosa tranne che quel purissimo, plumbeo, fosco senso di tristezza.”

E così fu, purtroppo. Nei racconti di Cheever, a cui l’autrice è stata paragonata, il fascino viene proprio da quel purissimo, plumbeo, fosco senso di tristezza la cui perdita forse migliora la vita ma peggiora la letteratura.
I primi racconti della raccolta sono proprio belli perché pur fotografando situazioni tutte abbastanza simili di ambiguità/ nebulosità/ polivalenza sentimentale hanno un’incrinatura umorale che potrebbe anche ricordare Cheever. I primi racconti hanno un tocco magico e particolare che giustifica l’attenzione sull’autrice e io credo che siano i primi che ha scritto perché la protagonista è più giovane. Purtroppo la maggior parte dei racconti successivi (dopo pag 90) risulta piatta, nel senso che l’incrinatura emotiva adolescenziale si perde e resta una superficialità grigia, una banalità sentimentale, l’ essere pronta a tutto ( ma non single) nel senso di pronta ad agguantare tutto dal punto di vista affettivo/sessuale. Il fatto di non avere scrupoli e sensi di colpa è disturbante perché non ci sono ostacoli, non ci sono mutamenti emotivi interessanti nelle storie. L’aggettivo frivolo rende abbastanza bene l’idea del tipo di storia. Il tocco ironico molto leggero dell’autrice è troppo rarefatto per compensare il disagio della piattezza dei racconti. Si tratta quasi sempre di storie di relazioni extraconiugali o di relazioni immaginate, o di relazioni parallele a quella ufficiale tutte vissute in totale assenza di scrupoli con la convinzione che avere la protagonista al fianco compensi automaticamente il compagno di qualsiasi perdita.
Leggendo i primi racconti con il loro fascino umorale mi chiedevo come mai l’editore avesse preferito presentare il libro come “i racconti più irriverenti dell’anno”.
Però leggendo i racconti successivi credo che l’editore abbia rinunciato alla fascia dei lettori di Cheever preferendo un pubblico più portato alla lettura di evasione.
In ogni caso i primi racconti sono belli e meritano di essere letti anche dai lettori di Cheever. Particolarmente carino è il racconto Come dare l’impressione sbagliata in cui una ragazza fa credere alla famiglia/ amici che il compagno di stanza sia il suo fidanzato.

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Commenti

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Bella analisi, Mario, ben equilibrata. Io però non sono lettore di racconti..
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Mario Inisi
05 Settembre, 2015
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Questi comunque non sono per te.
Anche il plumbeo però alla lunga stanca. Forse il punto di vista di una lettrice sarebbe diverso.
In risposta ad un precedente commento
Mario Inisi
07 Settembre, 2015
Ultimo aggiornamento:
07 Settembre, 2015
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Prova e poi mi saprai dire. Secondo me avrebbero dovuto fare una pubblicazione ridotta tipo i libri di Adelphi tagliando metà dei racconti e tenendo solo i migliori. Alcuni sono frivolo-noiosi, cioè il tipo di umorismo non è quello che preferisco.
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