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Voci dal Tibet
Testo scritto nel 1987 dal cinese Ma Jian, risultato non gradito al governo tanto da causarne l'esilio e l'imposizione di distruzione di tutte le copie in commercio.
Ma cosa conterranno mai di tanto scabroso questi cinque racconti ambientati in Tibet?
E' sufficiente leggere poche righe per comprendere che il Tibet narrato da Ma Jian è lontano dal clima di serenità, magia, silenzio; lontano dai profumi di una natura incontaminata, dai colori della terra e della vegetazione; lontano dai riti millenari, dalla ricerca di crescita spirituale, dal misticismo assoluto.
I volti e le storie esprimono dolore, ribrezzo, malvagità, mettendo in luce le contraddizioni, le piaghe taciute, le miserie di un'umanità perduta e abbandonata a se stessa, lontana dagli occhi dell'Occidente, relegata ad un isolamento geografico, politico e sociale.
Storie di vita forti, a tal punto cariche di intensità da viaggiare sulla linea sottile tra realtà e leggenda, talora nitide talora avvolte nelle nebbie delle valli tibetane.
Notevole l'effetto lirico di un'ottima penna, capace di catturare sguardi, pensieri, volti emaciati, gesti brutali, ritratti di quiete, di disperazione o di sottomissione.
Uno scritto pubblicato in Italia solamente nel 2008, ma utile per far luce su una terra ammantata da un fascino misterioso, una terra spesso dimenticata o poco conosciuta in tutte le sue molteplici sfumature.
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Commenti
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Come crudezza e realismo ricorda Mo Yan ?
In ogni caso ho apprezzato l'impianto narrativo e la penna, in grado di colpire nel segno e denunciare, senza rinunciare ad una bella scrittura....
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