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Il manoscritto di Brodie
 
Il manoscritto di Brodie 2015-01-02 14:29:31 Rollo Tommasi
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Rollo Tommasi Opinione inserita da Rollo Tommasi    02 Gennaio, 2015
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Le acque del Sudamerica

Un fiume, nel suo continuo scorrere nel tempo, ha una portata di centinaia di milioni di litri. Allo stesso modo la storia dell'umanità, nel suo incessante perpetuarsi, contiene in sé le vicende di miliardi di esistenze umane.
Leggere Jorge Luis Borges è guardarlo sedersi sulle rive di quella storia infinita, mettersi al suo fianco e cogliere alcune tra le vicende che “passano” in quel dato momento del corso delle esistenze umane.
Così, ad esempio, si viene a sapere cosa prevalse nel cuore dei fratelli Cristian ed Eduardo Nelson – se l'attrazione della consanguineità o il senso di rivalità – quando iniziarono a dividersi i favori di Juliana Burgos (ciò nel racconto “L'intrusa”, il primo di questa collana, la cui bellezza del titolo sarà chiara solo alla fine della storia).
Oppure si conosce la sorte di Baltasar Espinosa, lo studente che andò in villeggiatura a Los Alamos, nella casa della rozza famiglia Guthrie (padre e due figli) alla quale, nelle notti di pioggia incessante, iniziò a leggere brani del vangelo (“Il vangelo secondo Marco” è il titolo del racconto).
O, ancora, se in certi posti sperduti del Sudamerica siano gli uomini a impregnare del proprio spirito le armi bianche, o non sia piuttosto il contrario.

Gli undici racconti de “Il manoscritto di Brodie” fanno parte dell'ultima produzione dello scrittore argentino (1970). Rispetto a quelli che compongono “L'Aleph” – una delle opere più note di Borges, pubblicata più di vent'anni prima – essi sono ancor più concentrati su sprazzi di vite del continente sudamericano, lasciando da parte scritti dedicati ad esistenze o eventi “famosi” (fatto salvo il caso di “Guayaquil”, dove le vicende di due studiosi si incrociano con le gesta di Simòn Bolivar).
V'è da dire però che, sempre rispetto a “L'Aleph”, la raccolta appare composta di storie meno eterogenee. Lo stile erudito e fascinoso di Borges resta intatto, ma il contenuto delle vicende non riesce ad essere così avvolgente come nella precedente opera, salvo che per i due racconti di cui si è citato il titolo. In ogni caso, un libro da non trascurare per chi apprezza la narrazione assolutamente unica dello scrittore di Buenos Aires.

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Commenti

7 risultati - visualizzati 1 - 7
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Una recensione che è semplicemente poesia. Bravo Rollo!
Molto interessante e ottima recensione; valuto encomiabile il commento di apertura sul parallelismo tra lo scorrere di un fiume e il decorso dell'esistenza umana.
Grazie. Ciao.
Ferruccio
Un bel commento, come sempre.
Recentemente ho letto un libro-intervista di (a) Borges. E, con mia grandissima sorpresa, mi ha deluso.
Grazie a tutti voi per l'apprezzamento.
Non conosco il libro che citi, Emilio, ma quello commentato, in particolare, lo consiglierei comunque in quanto Borges ha uno stile di scrittura superbo. Il vero gioiello è il racconto "Il vangelo secondo Marco" che ha un finale a suo modo spaventoso... Ma mi pare di ricordare che tu non apprezzi particolarmente i racconti...
siti
03 Gennaio, 2015
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Bella recensione e bella segnalazione, mi piace particolarmente l'immagine dell'artista seduto sulle rive della storia infinita delle esistenze umane atto a coglierne la loro possibile declinazione: beato chi le vede e soprattutto chi sa scriverne !!
A me non piacque questa raccolta di racconti...ma apprezzo molto la tua recensione ed il tuo punto di vista Rollo..
Rollo Tommasi
05 Gennaio, 2015
Ultimo aggiornamento:
05 Gennaio, 2015
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Grazie, Laura ed Enrico.
Resto dell'idea che la grandezza di Borges possa emergere anche da un'opera "minore", come potremmo classificare quella sopra commentata.
Un caro saluto ad entrambi.
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