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La poetica della cucina sporca
Le “Storie di ordinaria follia” di Charles Bukowski sono storie di straordinaria ordinarietà.
Nel guazzabuglio dei deliri alcolici, di coiti e fellatio, di eccessi e liberi sfoghi della dimensione animalesca dell’uomo – che in letteratura e nelle arti da tempo non rappresentano più una novità, ma omologazione – un racconto su tutti (ebbene sì, li ho letti tutti!) mi ha colpito.
Il racconto s’intitola “Troppo sensibile”. Ne riporto l’incipit, con brevi annotazioni personali. Il minuscolo all’inizio del periodo (e dopo il punto) è una folgorante e originale (?) licenza stilistica che caratterizza il Buk, uomo libero da freni ma schiavo delle abitudini che lo portano ad alzare il gomito:
“mostratemi un uomo che abita solo e ha la cucina perpetuamente sporca e, 5 volte su 9, vi mostrerò un uomo eccezionale - Charles Bukowski, 27 giugno 1967, alla 19a birra.
mostratemi un uomo che abita solo e ha una cucina perpetuamente pulita, 8 volte su 9, vi mostrerò un uomo detestabile sul piano spirituale - Charles Bukowski, 27 giugno 1967, alla 20a birra.”
“spesso la cucina riflette lo stato della mente. Gli uomini confusi e insicuri, d’indole remissiva, sono dei pensatori. le loro cucine sono come le loro menti, ingombre di rifiuti, stoviglie sporche, impurità, ma essi sono coscienti del loro stato mentale e ne vedono il lato umoristico…
L’uomo con la cucina sempre in ordine è, invece, un maniaco. Diffidatene… la sua mania per l’ordine, dentro e fuori, è solo avvilente compromesso, un complesso difensivo e consolatorio. Basta che l’ascolti per dieci minuti e capisci che lui, in vita sua, non dirà mai altro che cose insensate e noiose. È un uomo di cemento…”
Io detesto il disordine in casa.
A questo punto della lettura, Bukowski si è già fumato (e mai termine fu più appropriato) le ultime, evanescenti, residue possibilità d’incontrare la mia simpatia. E mi chiedo: “Possibile che lui sia sensibile e io di cemento? Sarà poi vero il teorema della cucina sporca?”
Nel passaggio successivo del medesimo racconto, il nostro autore probabilmente si gioca la metà della popolazione terrestre sprovvista di cromosoma y, in uno dei passaggi più maschilisti della letteratura dai tempi di Omero in poi:
“ora, la donna con la cucina sporca è un’altra questione: dal punto di vista maschile, se non lavora altrove e non ha figli, la pulizia o la sporcizia della sua cucina sono quasi sempre (con qualche eccezione) in proporzione diretta dell’affetto che nutre per te…”
Siamo sicuri che la poetica dell’arte disinibita dall’assunzione di sostanze psicotrope funzioni?
Siamo certi che la triade Bacco-Tabacco-Venere sia poi così fertile e avanguardistica?
Bruno Elpis
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:D
Pia
Credo che sia troppo difficile inquadrarlo.
Impossibile definirlo o rinchiuderlo in uno schema.
Quindi io non scriverò recensioni su di lui e sui di lui libri... A meno che non sia costretto da Tyler a farlo...
Credo che tu comunque non lo abbia capito, mi spiace un poco per te, forse dovevi leggerlo qualche anno prima... Ciao.
Ma chiediti se non sei caduto nella trappola dello scrittore, che era notoriamente un provocatore...
A me questo tipo di provocazione sinceramente annoia (mi ha divertito di più "Pulp" che non contiene provocazioni del genere, ed ha una donna molto forte per coprotagonista, ma non aggiungo troppo).
Però, ripeto il tuo commento è strepitoso...
@ Anna Maria: probabilmente, io e te abbiamo lo stesso tipo di umorismo... :-)
@ Francesca: però le risposte alle domande ce le abbiamo, vero? :-)
@ Pia: letteratura e cucina sono un binomio ricorrente. Quanti autori aggiungono le ricette in coda ai libri? Che il Buk abbia fatto scuola (a modo suo, intendo dire) :-)
@ Cri: ricordo la tua profezia... che mi abbia condizionato? :-)
@ Rebel Luck: probabilmente hai ragione. Nel 1981 vidi il film di Ferreri e pensai che la bellezza di Ornella Muti era sprecata nel ruolo. Oggi mi sono deciso a leggere integralmente il libro, e il risultato è qua sopra. Domani o post-domani pubblico un altro commento sul mio sito, www.brunoelpis.it, e faccio una cosa ancor peggiore, perché classifico i racconti in cinque tipologie: Erotici, Egoriferiti, Estetici, Equestri ed Extra-surreali. Tutte categorie che inziano con la E di ego... Credo che l'anagrafe non mi consentirà una rilettura di Bukowski tra 30 o 40 anni, per cercare di capirlo... :-)
@ Rollo: grazie, condivido il tuo giudizio su Pulp, anche per me il migliore... Nel prossimo commento che pubblico, cado in un'altra trappola e riconduco il Buk a uno schema! :-)
Questa raccolta di racconti è stata pubblicata nel 1972. Casualmente, in contemporanea, ho letto "Teorema" di P.P.Pasolini, un'opera pressoché coeva (del 1968). Non ho potuto fare a meno di rilevare l'abisso, quanto a profondità culturale, che c'è tra i due libri...
Grazie a tutti, ciao
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