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La fantastica realtà di Borges.
Come mi capita spesso, dopo aver letto dei libri corposi cerco di leggere qualcosa di più leggero, così da non dover affaticarmi troppo per arrivare alla fine. Spesso questi libri più leggeri sono racconti, vuoi perché sono brevi e quindi richiedono un tempo minore (almeno per terminare un singolo racconto), vuoi perché spesso nelle antologie di racconti gli argomenti variano e questo mi aiuta a tenere viva l'attenzione per il libro. Così, appena finita L'armata dei sonnambuli entro in libreria per una raccolta di racconti e rimango colpito da L'Aleph di Borges. Non avendo mai letto nulla dello scrittore argentino mi lascio convincere e lo prendo, alla fine sono racconti. Ecco, come dicevo sopra? Racconti leggeri? Argomento semplici? Completamente l'opposto. In questo libro ci sono 17 racconti, ognuno di circa 6-9 pagine, e su argomenti non solo elevati ma anche affrontati in maniera fantastica e fantasiosa. Borges in questi racconti parla della morte, dell'immortalità, della pazzia, dello sdoppiamento di persona, della memoria. Parla di argomenti che da sempre affascinano l'uomo, e ne parla a modo suo. Borges è un visionario, vede cose che gli altri non vedono, trova pertugi in situazioni estreme, rimandi ad altri mondi, allegorie, metafore (tantissime), spesso chiama in causa gli antichi greci (ma non solo, sono ricorrenti le storie con protagonisti personaggi mitologici, d'altra parte parliamo di una persona dalla cultura immensa). Borges è tutto questo e anche oltre. Due racconti mi hanno colpito particolarmente: La casa di Asterione (capolavoro) e lo Zahir. Altri invece mi hanno annoiato. Altri ho fatto fatica a capirli e ho dovuto rileggerli (il linguaggio a volte non è molto semplice e alcuni passaggi risultano complessi). È liberale non solo come ideologia Borges, ma è liberale anche quando scrive, mette l'uomo al centro, e poi tutto il resto intorno. Va letto un libro come questo, magari a tratti lo troverete pesante e difficile da seguire, a tratti eccessivo, ma se vi fermate a pensare alla fine di ogni racconto sicuramente vi farà aprire gli occhi su qualcosa che fino a poco prima avevate davanti ma non notavate. Geniale.
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