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Raggi di luce
Non poteva scegliere titolo più appropriato Luis Sepulveda per battezzare la sua raccolta di 35 racconti brevi, “ Le rose di Atacama”.
Sì, perché le rose di Atacama fioriscono una sola volta all'anno tra le sabbie salate del deserto cileno, provocando un'esplosione di colore che muta il volto grigio e arido di quelle terre.
Le storie raccontate da Sepulveda parlano di “eroi” per lo più sconosciuti, che con gesti di coraggio hanno cercato di spezzare il buio della violenza, dell'abuso e dell'indifferenza che spesso scende sull'umanità, per portare una scintilla di luce, di colore, di vita.
Le prepotenze non hanno una nazionalità, ma parlano un linguaggio universale, attraversando paralleli e meridiani del mondo, dall'Europa all'America Latina all'Africa.
Storie amare e dolorose per portare alla ribalta il volto peggiore di taluna umanità ed il volto genuino di coloro lottano, di coloro che soccombono per difendere un'idea e dei valori.
I racconti sono pillole brevissime, una narrazione davvero sintetica, forse scelta ponderata dell'autore per fare parlare le sue storie, senza necessità di aggiungere altri elementi.
Pertanto lo stile risulta asciutto ed essenziale, raffreddando talvolta l'intensità sprigionata dal racconto.
E' comprensibile come Sepulveda non cerchi una prova di stile, ma voglia solamente dare voce a uomini e donne di cui la Storia ufficiale non ricorda e non ricorderà i nomi; eppure sono protagonisti di gesti e azioni da immortalare.
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Commenti
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Anch'io, come Francesca, sono rimasto molto colpito dalla parte centrale del tuo commento :-)
Bruno
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