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L'Aleph
Non è semplice dare un giudizio su questo libro. Non è mai semplice dare un giudizio, ma nel caso di una raccolta di racconti, il compito si fa ancora più difficile perché spesso, a seconda dell’argomento trattato, un brano può essere piaciuto di più o di meno..
Questo è esattamente quello che è capitato a me.
Ho adorato il primo racconto, “L’Immortale”, per l’immagine che la descrizione del palazzo mi ha suscitato: mi ha ricordato infatti il dipinto “Relatività” di Escher, che tanto avevo amato per la sua irrazionale logica (il dipinto rappresenta la relatività del punto di vista, ciò che è pavimento per uno può essere il soffitto per altro).
Infine mi è piaciuto l’ultimo racconto, quello che dà il nome alla raccolta, per l’idea di un singolo punto che racchiude al suo interno interi e infiniti universi.
Gli altri racconti mi sono rimasti impressi, chi più chi meno, per i personaggi che erano molto particolari, ma che, allo stesso tempo molto umani e rilevatori delle debolezze dell’umanità.
Ammetto che lo stile è un po’ troppo elaborato per i miei gusti e questo non mi ha consentito di leggere il romanzo con il mio usuale ritmo di lettura (in parole povere ho trovato alcuni passaggi molto noiosi…)
Credo che questa sia una lettura molto importante, ma, forse per il momento o i miei impegni, non sono riuscita ad apprezzare appieno questa raccolta.