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Il dolore
 
Il dolore 2014-01-13 20:56:17 paola melegari
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
paola melegari Opinione inserita da paola melegari    13 Gennaio, 2014
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pagine sconvolgenti


La Duras ritrova questi scritti in un vecchio armadio e decide di pubblicarlo senza revisioni Facendoseguito ad una richiesta della rivista ‘’Sorcieres’’ ,che le richiede un testo giovanile, del quale lei stessa non aveva ricordo.
‘’Mi sono trovata davanti ad un disordine formidabile del pensiero e del sentimento, che non ho osato toccare, e davanti al quale mi vergogno della letteratura.’’
Il dolore. Una delle cose più importanti della mia vita.
I testi si riferiscono all’ultimo periodo della seconda guerra mondiale. Un diario di quel periodo.
L’autrice faceva parte della resistenza

Il primo testo è sicuramente il più toccante, quando, avendo ricevuto la notizia della liberazione dei campi di concentramento, la Duras aspetta il ritorno del marito Robert, da Dacau dove era arrivato da altri campi. Non sapendo se è sopravvissuto trascorre giorni e giorni nell’incertezza .
Mette a nudo i suoi sentimenti e il suo stato d’animo, scoprendo un lato di se che non conoscevo e che mi ha permesso di apprezzarla ancor di più .
‘’Se tornasse andremmo al mare, la cosa che gli piacerebbe di più. In ogni caso io morirò ne sono convinta. Pure se torna, morirò. Suonasse la porta, chi è? – Io Robert, tutto quello che potrei fare è: aprire la porta e morire. ……………..’’
Lo scritto altalena fra l’ottimismo, la speranza di rivederlo e il pessimismo ,lo vede morto, gli hanno sparato, morto con il viso nella terra , morto con la bocca spalancata in un grido soffocato dalla terra , la terra di una buca piena di cadaveri. Lei stessa si sente parte di quel corpo senza vita e racconta come solo lei sa fare, la sua disperazione, il suo dolore fisico e intimo.
Il primo scritto, quello di cui sto parlando, è sicuramente il più significativo, questo è vero dolore, non la testimonianza di chi è tornato vivo dai campi, ma l’esperienza di chi ha aspettato, ha curato, ha nutrito ciò che rimaneva di un corpo talmente malnutrito per il cibo negato , che a causa del cibo somministrato nuovamente avrebbe potuto essere causa di morte.
Notti bianche ad ascoltare ogni singolo respiro, di quell’essere , quella forma che non aveva più nulla di umano, che non era più il suo Robert.
La sofferenza di chi pur non essendo stato internato nei campi col proprio corpo, lo ha vissuto ugualmente, disperatamente, attraverso l’incontro della devastazione umana compiuta in quei luoghi.
Un punto di vista diverso, nuovo per me.
Struggente.
Gli altri scritti, sono una cronaca di ‘resistenza’ , di ciò che accadeva Parigi .
Eserienze dirette, vissute dall'autrice.
I cittadini che volevano contribuire con le armi che possedevano ,all’annientamento dei nazisti, delle spie che si infiltravano e che denunciavano ai tedeschi i cittadini ribelli.

Uno spaccato di vita del movimento di resistenza.
Lo consiglio, è una lettura che si differenzia da altri libri della Duras.
Questa autrice , più la conosco, più mi piace ; la stimo, come donna e come scrittrice.
Scopro che ogni sua opera è frutto indubbio della sua esperienza personale.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
sulla seconda guerra mondiale , per capirne di più.
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Commenti

4 risultati - visualizzati 1 - 4
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O Paola, ti piace proprio la Duras, te li stai tritando tutti.
Questo mi ispira, e' un po' che non la leggo...
Grazie della segnalazione !
@Paola: il finale mi ha deluso, tutto quello stracciarsi le vesti e poi...da lettrice mi sono sentita presa per i fondelli! Ma perché scrivi “questo è vero dolore, non la testimonianza di chi è tornato vivo dai campi”?
@ cristina
sospettavo che potesse essere male interpretato.
intendo che c'era anche chi soffriva da casa, chi non sapeva , non c'erano notizie.
l'hai letto?
intendi che lei già aveva altre attrattive , un altro uomo?
se è così , l'ho pensato anch'io.
ma lei era così, per quanto ne so . forse la sua libertà sessuale , a quel tempo, era sicuramente singolare. ma fra gli intellettuali di sinistra era consuetudine.
senza giudicare, ovviamente erano soltanto affari suoi.
ciao cristina

@ C.U.B.
non so dirti se mi piace proprio.
sto cercando di capire chi era .
credo che i suoi libri siano per di più frutto delle sue esperienze, più che delle sue fantasie.
se ti va , leggilo, poi mi dirai. ti leggerò.
ciao paola
In risposta ad un precedente commento
Cristina72
15 Gennaio, 2014
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@Paola: non avevo approfondito per non spoilerare, ma lo faccio adesso :-)
Getta una luce non dico falsa, ma ambigua sul racconto il mostrare le proprie piaghe con dovizia di particolari per poi liquidare con due parole il fatto di aver comunque già deciso di lasciare quell'uomo... per il comune miglior amico che le era stato tanto vicino...
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