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La sposa irlandese
 
La sposa irlandese 2013-08-22 17:28:31 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    22 Agosto, 2013
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Buio, deserto, freddo, follia, solitudine,vuoto

I racconti della Brennan sono toccanti. Sono lunatici, notturni, umorali, volubili. Sono sinceri e descrivono la fragilità del personaggio attraverso dettagli, piccole manie, chiusure mentali, barriere. Tutti i racconti parlano di vuoto incolmabile, di solitudine, di gelo interiore che niente riesce a sciogliere. Una solitudine senza rimedio porta ogni personaggio a procedere lungo una linea retta e obbligata, senza scelta nè libertà, linea che attraversa solitudine e malinconia per dirigersi verso la follia.
Bellissima la storia della sposa, con quel cambiamento d'umore improvviso, segnato dal passaggio da una situazione di calore al freddo desolante e senza rimedio di una situazione senza scampo. E la storia di Mary Ramsey, l'addetta alla toilette che vive dentro la toilette? Vorrei tanto sapere quando l'ha scritta. E' come se la Brennan con la sfera di cristallo si fosse letta il futuro: creatura ormai disgustosa, abitatrice dei bagni del suo giornale fino alla sua cacciata anche da quell'ultimo rifugio. Come non pensare al suo matrimonio brevissimo, nella sposa irlandese? Racconti sinceri, malinconici, lunari e sinceri, sinceri, tremendamente sinceri. Quante case ha abbandonato, quanti alberghi, sempre in fuga dalla solitudine a caccia di presenze del passato. La vita di questa scrittrice è più triste delle sue storie.


Quando Hubert vide Rose per la prima volta pensò com'era leggero e deciso il suo passo e che aveva un'espressione risoluta. Non comprese mai che il coraggio che lei dimostrava non nasceva da una speranza naturale o da una sicurezza naturale o da qualche inconsapevole fonte naturale ma dalla sua determinazione a evitare di sfiorare i due tipi di follia che la guidavano, le si stringevano troppo addosso e restringevano il suo sentiero riducendolo a una linea molto sottile. Rose procedeva sempre per linee rette. Andava dov'era al posto in cui era diretta e poi toranava al posto da cui era partita. Si manteneva vicino casa. Avrebbe potuto benissimo essere all'interno di una rete per la libertà che sentiva.

Indicazioni utili

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Cheever
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Commenti

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Mi hai incuriosito, non conosco quest'autrice, ma penso che presto prenderò qualcosa!
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Mario Inisi
23 Agosto, 2013
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Non la conoscevo nemmeno io. Ho letto anche la visitatrice (bellissimo). Non so come certi autori possano cadere nel dimenticatoio.
Bella la tua recensione..gentile e melanconica...
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silvia t
24 Agosto, 2013
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penso che domani li prenderò entrambi....poi ti faccio sapere! Intanto grazie!!
Belli come quelli di Cheever? Rimedio anch'io a questa carenza!
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Mario Inisi
24 Agosto, 2013
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Te la consiglio assolutamente. Invece ti volevo chiedere se conosci la Oates. Ho letto che secondo Carver è la più interessante scrittrice americana. Io ho nei miei forzieri un paio di libri ma la prima riga mi è sembrata strana. Una strana americana. Un giorno o l'altro però leggo il libro.
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gracy
24 Agosto, 2013
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Oh si Mario..l'ho letta, la Oates è una scrittrice molto proficua, ho letto diversi libri, molto chirurgici direi fino a stare male...ne ho diversi nella mia libreria da leggere, proprio in questi giorni ne ho riesumato uno che conto di leggere a settembre..."Una famiglia americana". Ha sfiorato spesso il Nobel questa donna così straziante. leggila e poi mi dici, magari qualcosa dei suoi primi scritti come "Cascate"
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Mario Inisi
25 Agosto, 2013
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Io ho uccellino del paradiso. Il titolo prometteva bene. Che vuol dire chirurgica fino a stare male? Non alla lettera, tipo descrizioni macabre spero. Non sono la mia passione.
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gracy
26 Agosto, 2013
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nonono...Mario intendevo in senso lato, chirurgica per le descrizioni così oculate a colpire l'intimo del lettore, la Oates non scrive libri splatter..:DD
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