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Se si parla di nero s’intende l’insieme di tutti i colori o la loro assenza? In breve, tutto o nulla? Così se si nasce per vivere di musica, che sia “mutare in musica la propria vita” o “mutare il suono della vita in musica”, se si è Johannes Karelsky o un anziano liutaio, allievo della famiglia Stradivari, se giorno dopo giorno, guerra dopo guerra, si rincorre la musica e le sue armonie, tra “ la sinfonia di luci e colori” di Parigi o tra le calli, echeggianti di suoni carnevaleschi, di Venezia, se tutta la vita si rincorrono un sogno, una voce, una donna, quando e se si raggiungono, si può dire di aver vissuto oppure no? In breve, tutto o nulla?
Beh, forse, se l’inseguire il sogno ci ha dato la forza di imparare, di lavorare, di guarire, se ci ha permesso di fare nuove amicizie ed esperienze, se si è potuto lasciare ad altri un pezzo di noi, di ciò che avevano o che eravamo, una scacchiera, una grappa o, anche solo per un istante, un violino nero e un ricordo, in una parola, se ci ha permesso di crescere allora sicuramente si, sicuramente abbiamo vissuto, sicuramente tutto e nulla.
Adesso, per noi, non c’è che il sogno fatto da poche pagine e piccole frasi significative, come note su un pentagramma, che vale la pena di leggere fino alla fine.
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In ogni caso, il libro vale pena di essere letto, richiede poco tempo e grazie per i complimenti.
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Pia