Dettagli Recensione
Racconti affilati
Racconti brevi o anche brevissimi. Con una caratteristica particolare che mi è molto piaciuta: iniziano senza preamboli nel pieno dell'azione, la seguono per il tratto saliente che intendono catturare per poi lasciare i personaggi a se stessi per la conclusione degli eventi.
Il racconto breve a mio avviso è tanto più incisivo quanto meno si sforza di assomigliare ad un romanzo in miniatura e questi, nella loro brevità, sono veramente intensi.
Tra tutti mi ha particolarmente colpito "Colloquio", per il senso di distacco dalla realtà che investe la protagonista nel confrontarsi con il linguaggio e con il significato delle parole che sembra sfuggirle e divenire ostile.
Naturalmente bellissimo anche La lotteria, che inizia in uno scenario bucolico, rasserenante e solare e lascia interdetto il lettore quando pian piano comprende a cosa si va incontro.
Non dico di più, perché non voglio assolutamente guastare il piacere della lettura di questo piccolo libro davvero molto bello e modernissimo nonostante sia opera della prima metà del secolo scorso.
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Presto cominciarono a radunarsi gli uomini; sorvegliavano i figlioli, e parlavano di semina e di pioggia, di trattori e di tasse. Stavano tutti insieme, lontano dal mucchio di sassi nell’angolo, e le loro facezie erano pacate, accompagnate più da sorrisi che da risa.
Le donne, vestite da casa, in abiti stinti e golfini, arrivarono poco dopo gli uomini. Si scambiavano saluti e pettegolezzi andando a raggiungere i mariti. Quasi subito, accanto ai mariti, cominciarono a chiamare i figlioli, e i bambini venivano controvoglia, dopo quatto o cinque richiami. Bobby Martin sfuggì alla presa della mano materna e tornò di corsa, ridendo, al mucchio di sassi. Suo padre alzò bruscamente la voce, e Bobby venne subito a prender posto tra il padre e il fratello maggiore.
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