Dettagli Recensione
sublime e doloroso
Premetto che il mio libro preferito di Carver è Di cosa parliamo quando parliamo d'amore, ma Cattedrale è un libro sublime che dona al lettore un perfetto equilibro tra dolore, smarrimento, pace indotta, come uno sguardo sul nulla, frammenti silenziosi, sospesi, dilatati proprio accanto al vuoto, angoli di vite spesso anonime che la foto di copertina dell'edizione Mondadori ben ritraeva: un quadro di Ralph Goings. Realismo estremo? Minimalismo? Maniera? Ciò che importa è cio che rimane dopo averlo letto, qualcosa che permane anche con il passare del tempo, quando la memoria tenta di colmare i silenzi. I racconti Cattedrale e Una piccola cosa ma buona sono le punte di diamante della raccolta. Peccato che in Italia non esista traccia di letteratura simile, eccettuati i tentativi alterni di Giulio Mozzi, emulo di prestigio del buon Carver, i cui racconti però non raggiungono l'intensità del minimalista americano, troppo intrisi come sono di un cattolicesimo in cui la maniera si fa più accentuata e probabilmente perchè la lingua anglosassone per il suo dono di sintesi pare essere la naturale madre e balia del minimalismo.
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