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Elogio dell'ombra
Prendi una stanza in penombra, disponi all'interno C.u.b. e Junichiro.
La donna contemporanea Occidentale osservera' - C'e' poca luce qui dentro ! -
L'uomo Orientale del secolo scorso asserira' - Quanta ombra in questa stanza!-
Nato a Tokyo nel 1886, Tanizaki Junichiro propone in quest'opera un breve e delizioso saggio di elogio all'ombra e alla diversita' di prospettiva di due culture estremamente differenti : quella Occidentale e quella Orientale.
Riflessioni solitarie e nostalgiche dell'autore sulle abitudini del Giappone antico di vivere i sensi e di iniettarli nelle cose comuni , caldo lume di lanterna e carta gravida di vita propria, luoghi ed oggetti di tutti i giorni che a poco a poco hanno abbandonato il Paese per cedere il passo al progresso occidentale.
Oriente dalla luce soffusa, cultore dell'ombra attorno cui gravitano le strutture di case e templi, costruiti come grandi parasole diversamente da edifici e cattedrali Occidentali, che propendono verso l'alto, alla ricerca di luce e cielo.
L'arte del legno laccato, che avvolge zuppe e pietanze in ciotole dai colori scuri proteggendo i sapori alla vista, contro il vetro trasparente e scintillante o la bianca ceramica, che non hanno segreti.
Addirittura ombra posata sulla pelle degli avi, che per quanto possa essere candida trattiene un velo di oscurita' che le donne usavano far risaltare tingendosi i denti di nero e vestendo tuniche nelle sfumature del grigio, in modo che l'epidermide rilucesse come la luna nella notte.
Una difesa della cultura giapponese, un elogio delle diversita' curioso ed edificante e divinamente scritto, per sottolineare che ogni popolo ha le sue tradizioni ed in esse converge la magia che combatte l'omologazione. Trasmette un senso di pace questo piccolo libro, sostenendo che nulla di male c'e' nell'essere diversi, il male e' disfarsi della propria identita' .
" Vorrei che non si spegnesse anche il ricordo del mondo d'ombra che abbiamo lasciato alle spalle; mi piacerebbe abbassare le gronde, offuscare i colori delle pareti, ricacciare nel buio gli oggetti troppo visibili, spogliare di ogni ornamento superfluo quel palazzo che chiamano Letteratura.
Per cominciare spegniamo le luci. Poi si vedra' ".
Buona lettura.
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Commenti
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:-P
Facciamo che leggo i saggi e nella stanza non ci entro piu'... grazie Marcello di avermi illuminata !
:o)
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