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L'uomo e l'assassino
Un serial killer viene ingaggiato dal suo datore di lavoro per portare a termine una missione, proprio nei giorni in cui viene lasciato dalla sua fidanzata francese con la quale stava insieme da tre anni.
Di lui non sappiamo niente: l'autore non accenna minimamente al suo aspetto fisico, al suo nome, così come della donna francese sappiamo solo che è di grande bellezza. Solo del personaggio che deve uccidere sappiamo il nome e la descrizione.
Questa è una delle peculiarità di questo piccolo romanzo (meno di 100 pagine): i personaggi sono appena abbozzati e la trama si sviluppa con poche pennellate grazie ad uno stile veloce, scarno e minimalista.
La trama è abbastanza prevedibile (solitamente è questa la critica più ricorrente che viene fatta a questo racconto) e mostra, senza dare giudizi morali, la vita di un killer "sdoppiato": da una parte la delusione e la rabbia per come è stato lasciato da quella donna che in fondo in fondo amava profondamente, dall'altra però ci sono da rispettare le regole rigide del lavoro del killer, che vietano qualsiasi legame sentimentale. Sarà propio questo legame sentimentale a provocare grandi turbamenti nel protagonista (rappresentati efficamente con i dialoghi allo specchio) e a portarlo a compiere una scelta tragica e definitiva...
E' un libro che va letto per la sua brevità e leggerezza, ma non va sottovalutato: dietro una trama spoglia e dei personaggi vagamente accennati, si nasconde una riflessione sul sentimento, capace di lasciare una traccia profonda, anche nella vita di un serial killer.
E poi come dice lo stesso protagonista: "Il volto umano non mente mai: è l'unica cartina che segna tutti i territori in cui abbiamo vissuto".
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Questa è una grande verità.
Attenzione però il protagonista non ha mai conosciuto Pirandello e Goffman.