Dettagli Recensione
Una nera tempesta
È buio. Fuori c’è un temporale e la corrente è andata via. Voi siete in salotto, davanti alla portafinestra, con un libro in mano e maledite il brutto tempo perché non vi permette di leggere (magari eravate proprio nel momento più saliente, eh). Poi, all’improvviso, un lampo illumina tutto e, in quel millesimo di secondo, voi vedete quel che mai vorreste vedere: una creatura terribile, mostruosa. E sapete cos’è quella creatura, che pare venire dall’oltretomba?
È la Natura Umana.
Ecco, così mi sento quando leggo i racconti di Stephen King.
Mi sento come nel bel mezzo di una burrasca, con le onde che mi travolgono e la corrente che mi trasporta lontano, dove io non voglio andare.
I suoi racconti sono dei viaggi, dei viaggi terribili che mostrano tutto quello che l’uomo è capace di fare e, ne sono convinta, l’uomo è capace di fare cose orrende.
Il Re del Brivido non si è per nulla arrugginito: questa è la raccolta di quattro racconti, e sono racconti che fanno ben riflettere su quanto l’uomo possa essere egoista.
1922: un contadino decide di uccidere la moglie, perché non voleva vendere ottanta ettari di terra avuti in eredità dal suocero. La uccide, senza pietà, pensando di poter risolvere i suoi problemi ma da quel momento tutto cade in un oblio senza fondo…
Maxicamionista: un uomo stupra una scrittrice, e questa, dopo aver riflettuto a lungo, decide di vendicarsi…
La grande distensione: un uomo è malato di cancro. Un pomeriggio, incontra un venditore ambulante di nome Evild, che gli offre altri quindici anni di vita…
Un bel matrimonio: Darcy è sposata da venticinque anni. Ma, dopo tutto questo tempo, scopre di non conoscere affatto l’uomo con cui ha condiviso la maggior parte della sua vita: suo marito ha un orribile scheletro nell’armadio…
Personalmente, ho preferito gli ultimi due racconti. Il secondo mi ha lasciata un po’ insoddisfatta, ma gli altri hanno compensato questa insoddisfazione.
Vi consiglio, a voi amanti del brivido, di tuffarvi senza esitazione in questo mare di ombre e paura che è l’uomo.