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Paura dell'indefinito
Un'autocisterna assassina, che cerca di uccidere un anonimo viaggiatore. Un condominio che si rivela una navicella pronta al decollo. Un'astronave che nelle sue peregrinazioni scopre la sua fine ormai avvenuta in un passato non ben definito. Questi sono solo alcuni episodi di questa godibilissima raccolta, firmata Richard Matheson. Ed è la brevità dei racconti a restituirci più verosimilmente l'innegabile capacità di questo scrittore, nell'instillare nella nostra mente il seme del terrore. Un terrore che spesso si chiama "paura dell'indefinito", il sentimento che assale l'uomo di fronte a causa non ben precise, d'innanzi allo spazio e ai suoi infiniti misteri. Spesso è l'evento banale che fa da propulsore alla macchina infernale della narrazione mathesoniana. E spesso il fantastico fa da cornice per racchiudere debolezze e timori profondamente umani, dissimulando in un futuro non ben precisato situazioni che non si distanziano di molto dalla nostra realtà. Uno per tutti, leggete L'esame.
Per chi non si fosse ancora accostato a Matheson, questa è l'occasione giusta per farsi rapire da un linguaggio secco ma da un immaginario vivido e camaleontico. Per chi lo conoscesse già, è un'occasione ulteriore di godere di tanti brevi viaggi all'insegna del indefinito.
"Sospeso nell'oscurità. Un guscio silenzioso di metallo, che luccica debolmente, tenuto in aria dai cavi antigravità. Al di sotto il pianeta ammantato dalla notte, che si allontana dalla luna. Sulla sua faccia in ombra un animale alza gli occhi resi scintillanti dal panico verso il globo fosforescente sospeso sopra la sua testa. Un guizzare di muscoli. La terra dura trema lievemente sotto le zampe in fuga. Ancora silenzio, stormito dal vento, che evoca solitudine. Ore. Ore nere che mutano in grigio, poi in un rosa maculato. La luce del sole si rovescia sul globo metallico, che irradia una luminosità non terrestre." tratto da Creatura, 1954.