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La necessità dell’ indipendenza
Tre episodi, tre storie diverse, tre donne accomunate dal senso di delusione e di sconfitta per aver dedicato un’ intera vita ad amare qualcuno da cui sono poi state tradite, deluse, abbandonate. Nel primo Monique affida le sue confessioni e le sue frustrazioni ad un diario in cui racconta come è venuta a sapere dei tradimenti del marito, come ha cercato di affrontare la situazione e come infine si è dichiarata sconfitta. Nel secondo una madre racconta come suo figlio Philippe, che lei e il marito hanno allevato inculcandogli i loro ideali, dopo aver dimostrato di aderire alle idee dei genitori decide di prendere strade che lo allontanano dalla loro filosofia di vita. Per lei questo voltafaccia sarà un tremendo colpo, un tradimento che non riuscirà a perdonare a quello che prima era il suo cocco. Nell’ ultimo Murielle sfoga in un monologo la rabbia, l’ insoddisfazione, la tristezza per una vita difficile in cui ha visto fallire due matrimoni, ha subito la morte per suicidio della figlia e le relative accuse di colpevolezza e si vede ora costretta a vivere in totale solitudine anche in un giorno che dovrebbe essere di festa. Attraverso queste diverse situazioni l’ autrice traccia un’ immagine ben definita della situazione della donna negli anni ’60 che per certi versi può risultare ancora attuale e lancia un monito che può andar bene per entrambi i sessi: va bene amare, va bene fare affidamento su chi ci sta vicino ma non bisogna mai rendersi troppo dipendenti dagli altri. Lo stile varia a seconda degli episodi ma è sempre la protagonista a raccontare in prima persona, bella e scorrevole la prosa, interessante l’ argomento, da sottolineare la bravura di Simone De Beauvoir nell’ evitare atmosfere da telenovela o da romanzo rosa nonostante i temi trattati.