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Storie di ordinaria follia
 
Storie di ordinaria follia 2011-02-01 16:09:17 darkala92
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
darkala92 Opinione inserita da darkala92    01 Febbraio, 2011
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Odi et amo

E' davvero difficile recensire un Bukowski. Davvero, davvero complesso.
Ma ci provo..

Devo dire che emozioni contrastanti si sono susseguite durante la lettura: all'inizio è stato puro amore, lo consideravo un 'grande'.. con la lettura di altri racconti, dopo altri 'conati di vomito', altre 'scopate' e 'sbronze' varie qualcosa è cambiato. Molto, è cambiato. Se all'inizio Bukowski era per me una sorta di genio, in parte incompreso, non solo dagli altri ma principalmente da se stesso (come se lui non conoscesse le sue capacità), poi è diventato un autore antipatico, banale e pesantemente volgare. Posso anche concepire la volgarità all'interno di libri, di racconti, di poesie, ma un autore che dimostra di conoscere più parolacce che parole, devo dire che un pò infastidisce. Forse perchè ho avuto un'educazione abbastanza classica, se si può dire; forse perchè non sono abituata alla letteratura di strada.. chissà.
Sta di fatto che, sebbene il suo stile sia molto irritante, c'è in Bukowski una specie di anormalità, di ironia e sarcasmo celati dietro strani e, apparentemente, stupidi racconti. Sono rimasta entusiasta di quel pizzico di ironia che utilizzava per concludere i racconti e/o per rispondere ad accuse o domande varie che gli venivano poste.

Ad un certo punto, mi son detta che quest'autore era perfettamente consapevole delle sue capacità, ma la cosa irritante di Bukowski è proprio questa. Un uomo particolare, in parte coraggioso, che spreca la sua vita dietro all'alcool, al sesso (con prostitute) e alle corse dei cavalli avrebbe potuto trascorre una vita migliore. Quando si ricordava di dover pagare delle bollette, cercava un lavoro che riusciva a seguire per solo una o massimo due giornate. E' piuttosto squallido vedere un cervello come il suo, calpestato dall'alcol e dal suo ostentato menefreghismo nei confronti della società. Ma devo dire che questo Bukowski aveva fantasia, cavolo!

Più volte ho detto: "basta, chiudo il libro e non ne parliamo più", ma più avevo voglia di smettere di leggere e più mi accanivo nella lettura. Ma come diavolo è possibile? Eppure odiavo il vecchio Hank.
Mi sono resa conto, però, di una cosa: Bukowski non lascia affatto indifferenti. Una sorta di "Odi et amo" catulliano persiste durante la lettura.

Poi penso che se lui non avesse seguito quello stile di vita, forse non ci sarebbe mai stato un Charles Bukowski.

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