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Trunt, trunt, og tröllin í fjöllunum (Parole senza
La nota scrittrice britannica, Antonia Susan Byatt, ci propone una raccolta di cinque racconti, pubblicati nel 2003, in Inghilterra, con il nome “Little Black Book of Stories” e pubblicati da Einaudi nel 2007, con il nome “La cosa nella foresta”. Il titolo inglese è molto più appropriato di quanto non lo è invece il titolo italiano, in quanto rende bene l'idea dell'argomento trattato dalla raccolta. Sono storie “nere” che partono tutte da condizioni di vita se non disperate, sicuramente ai margini della società, tra la cupa rassegnazione ed il cercare di sopravvivere, l'andare avanti alla meno peggio. Storie originali e fantastiche che spaziano dalle atmosfere gotiche del primo racconto (che peraltro non mi è piaciuto molto), alla metamorfosi fisica e spirituale che richiama antiche leggende islandesi (una donna di pietra - terzo bellissimo racconto), alla ricerca della scrittura originale, appassionata, ma soprattutto libera dalle contaminazioni brutali del mondo odierno (materiale grezzo – quarto bel racconto). La scrittrice riesce ad amalgamare magistralmente la cupezza delle storie con sprazzi improvvisi di luce, lascia in alcuni presagire l'epilogo amaro, in altri invece concede un barlume di speranza, la possibilità di cambiare o quantomeno di trasformare la propria grigia esistenza in qualcosa di migliore.
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