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Tu, sanguinosa infanzia
 
Tu, sanguinosa infanzia 2025-03-11 17:10:26 lego-ergo-sum
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lego-ergo-sum Opinione inserita da lego-ergo-sum    11 Marzo, 2025
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Nei Mari tempestosi dell'infanzia

Negli undici racconti della raccolta ritroviamo i principali temi dell’opera di Michele Mari, a cominciare dal rapporto con la figura paterna, che qui appare però più mite ed empatica rispetto a quella severa e inflessibile di Leggenda privata. In Chi ha ucciso Liberty Valance il padre è una sorta di angelo, custode e “tesoriere”, che mette da parte e preserva tutti i giocattoli che il figlio smarrisce o abbandona senza riflettere sul vuoto che lasceranno nella sua vita: un fucile giocattolo lasciato su una panchina, due macchinine Mercury regalate con superficialità ad un compagno, un fortino di bambù. Ne La freccia nera è sempre il padre a mandare un piccolo segnale di apertura - il dono inaspettato di un libro- al quale il narratore risponde col silenzio, incapace di rimuovere il blocco affettivo che fa da ostacolo insormontabile alla comunicazione tra loro. Non manca l’altra grande protagonista di Leggenda privata, la madre, che in Certi verdini coinvolge il figlio nell'arte del puzzle, amplificandone via via le difficoltà di esecuzione, in un gioco cerebrale dominato dall'ossessione di superare prove sempre più ardue. Si fa strada qui quel culto dell’intelligenza, associata ad una pratica di separatezza dagli altri, che il narratore eredita da entrambe le figure genitoriali. Né mancano i mostri, protagonisti delle copertine di Urania, classificati con ampia figura retorica di accumulo per illustrarne le svariate caratteristiche che essi assumevano in quella celebre collana di fantascienza: ”loricati e squamosi, catafratti, pelosi, bavosi, mucosi, ungulati ,fiammanti, bituminosi, lobati, crestati, gassosi, colanti, informi e deformi, araldici, immani, solinghi, aggruppati ecc.”. A questa miniera di creature fantastiche lo scrittore attingerà ripetutamente nella sua produzione, da Di bestia in bestia a Locus desperatus.
Ma il protagonista principale di questi racconti è il narrante stesso, con i suoi tic, le sue manie, le fobie, il solipsismo, l’ aristocratica ed elitaria solitudine nella quale si rifugia disdegnando i rozzi compagni, i bulletti sfacciati e prepotenti de L’orrore dei giardinetti, apripista del Pigi di Leggenda privata.
Su questa tematica s’innesta uno dei “grumi” esistenziali più difficili da sciogliere: il desiderio sessuale struggente, che tornerà in Leggenda privata, complicandosi e contaminandosi col feticismo al quale sarà associata la figura di Doretta. Una libidine alla quale il protagonista sarebbe voluto sfuggire svanendo nel nulla, prima che si manifestasse e lo rendesse morbosamente geloso, trasformandolo, nel racconto fantastico “E il tuo dimon son io”, in una sorta di serial killer involontario dei suoi piccoli rivali in amore.
E qui emerge il tema dei temi, l’infanzia stessa, il luogo in cui tutto quello che contava si è svolto: “Non c’è stato molto altro, nella vita”, “No, è quasi tutto laggiù”. Questo è il parere dei due vecchi che si scambiano i loro ricordi nel racconto conclusivo, l'unico in terza persona. L'infanzia in Mari non è generatrice di illusioni come in Leopardi, né simbolo di un’aurorale e primigenia intuizione del mondo come in Pascoli, ma spazio doloroso di affetti non dichiarati e inespressi, di scelte elitarie ma anche di nodi esistenziali mai risolti, che Leggenda privata metterà in luce con squarci di grande e penetrante bellezza.
Il linguaggio di Mari, ricercato e denso di frequenti scarti dalla norma, neologismi, latinismi, arcaismi che ci riportano ad un italiano antico e confermano la struttura mentale filologica dello scrittore, è il segno e lo strumento di un distacco da questo magma emotivo di vicende familiari tanto intime, tanto decisive, tanto, a modo loro, violente e sanguinose. Ma anche i costanti riferimenti al cinema e alla letteratura, esaltata in Otto scrittori attraverso un’appassionata competizione tra i principali autori del romanzo marinaresco, rafforzano la cifra iperletteraria di questo affascinante autore. Senza dimenticare la passione per i "giornalini", gli album di Tintin e di Cocco Bill, di Mandrake e di Nembo Kid, di Linus e Topolino, che conferma il superamento di ogni steccato alto/basso e trova riscontro nell'opera sia saggistica, sia narrativa di Umberto Eco. Un titolo per tutti: La misteriosa fiamma della regina Loana.

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Tutta l'opera di Mari , in modo particolare, Leggenda privata.
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A quanto dici, vi è un humus 'autobiografico' sotto questi racconti. La mia memoria va a "Leggenda privata", libro che mi è piaciuto molto.
La componente autobiografica, mediata e trasfigurata qui e in romanzi come Di bestia in bestia e Locus desperatus, è essenziale in Leggenda privata, dove tutto concorre a delinearla, a cominciare dalle splendide fotografie di famiglia che lo corredano. Questo non vuol dire, ovviamente, che in ogni personaggi e in ogni situazione non vi sia una elaborazione letteraria.
Certo, è così.
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