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"Io sono solo andato nella stanza accanto".
Leggere Carofiglio è come incontrare un amico che non si vede da tempo, tanto piacevole è la lettura e profonde le sue osservazioni sui fatti della vita. Sono trentatre brevi racconti, non più di tre pagine l’uno, che si leggono d’un fiato, passando da uno all’altro con curiosità e con la certezza di trovare sempre nuovi spunti di meditazione. L’autore ci intrattiene su incontri casuali con personaggi diversi, più o meno noti, vicende di tutti i giorni, drammatiche o banali, situazioni surreali, spunti di critica ironica, il tutto esposto con mano leggera e con la curiosità di chi, sorridendo, mette in guardia da comportamenti ingannevoli e consolidati.
Non sono pochi gli spunti di natura legale, legati a ricordi di vita professionale di Carofiglio (ad esempio la manipolazioni delle confessioni, la scelta di certe parole giuste al momento giusto, la tecnica dei finti incidenti stradali, l’alternanza negli interrogatori del poliziotto “buono” e di quello “cattivo”, gli interrogatori “assurdi” di certi avvocati, ecc), alternati a racconti che suggeriscono di non farsi abbindolare da certe apparenze purtroppo ingannevoli, dall’abuso di certi avverbi (su tutti il perentorio “assolutamente”!), dalle false profezie dei cosiddetti esperti e dalle false promesse dei politici ( ad esempio, la riduzione delle tasse!). Ho anche imparato, leggendo, il significato di alcune parole o espressioni: ad esempio, “ipocognizione” si riferisce a chi non possiede parole per gestire il dolore (come accade a Tahiti), con tutte le conseguenze del caso, mentre “selfserving bias” indica l’abituale sopravvalutazione delle nostre parole e la sottovalutazione di quelle altrui, e, ancora, scopro che di “trolleyology” o “carrellologia” si occupa una professoressa inglese di Filosofia morale (vi stupirete leggendo il racconto “Binari”).
Illuminante l’ultimo racconto, sulla capacità di essere coscienti di sognare. Non è una tecnica semplice, di solito non ci si rende conto di “vivere” in un sogno: riuscire a governare un “sogno lucido”, dove si può fare di tutto, anche volare, senza paura, permette di fare incontri straordinari, come quello dell’autore con il padre che gli confessa: “La morte non è niente. Io sono solo andato nella stanza accanto”.
Numerose le citazioni letterarie. La più toccante è quella relativa ad una poesia di A.M.Ripellino (Poesie, 1990), udita da Carofiglio durante un viaggio notturno in treno da Milano a Roma, il lamento penoso e disperato di una donna in una cuccetta sottostante, l’addio ad un amore finito:
“Vivere è stare svegli e concedersi agli altri,
dare di sé sempre il meglio, e non essere scaltri
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Vivere è scegliere le umili melodie senza strepiti e spari,
scendere verso l’autunno e non stancarsi d’amare”.