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Bocconcini di tradizione
«Non provo gratitudine per quella sazietà, adesso e neanche allora. Erano tempi che facevano cambiare le cose materiali mettendo insieme persone sconosciute ma concordi, tempi puntuali come un appuntamento. Uno come me, schizzato fuori dal suo posto di origine, poteva essere sfamato da una folla compatta. Capivo che la politica era camminare in molti al centro della carreggiata. Entrare in quella politica era scendere dal gradino del marciapiede e unirsi a una corrente.»
Cucina e sapori di cucina, sapori di casa, sapori di palati affamati. Ricordi, ambienti, famiglia, infanzia. Luoghi che si snodano tra odori ed esperienze di viaggio, incontri e papille gustative che vengono allietate nel tempo che cresce.
E per comprendere davvero l’importanza del mangiare, della pietanza, del suo gusto e del suo intento ecco che viene a galla l’importanza del digiuno e dello “svuotamento”. A conclusione del testo affiorano ed emergono anche ricette che fanno parte della tradizione e che sono risultato dei segreti di nonna Emma e zia Lilina, passando da ragù, peperoni ‘mbuttunati, casatiello, pastiera e nocino. Tra luoghi comuni e vivere nell’esistere.
«Alle tavole dove sono cresciuto si spalancava bene l’apparato orofaringeo per ricevere la consistente forchettata, che perciò si chiamava boccone, niente a che vedere con il bocconcino. Qui ci sono spizzichi e bocconi, storie di cibo familiare.»
Sono tanti i romanzi a firma Erri De Luca, romanzi eclettici ed eterogenei che oscillano tra tematiche, storie e verità diverse, che narrano di poesia e narrativa, di quotidianità e speranza. Tradizione che si sussegue tra ricordo e antiche e succulente pietanze come nel caso di “Spizzichi e bocconi”. Ed è da questa breve premessa citata che si evince lo scopo di De Luca di coinvolgere il lettore, renderlo parte e partecipe, non solo spettatore di un piatto presentato in casa.
Ad avvalorare ulteriormente l’ultima fatica del romanziere vi è anche l’apporto di Valerio Galasso, nutrizionista che ci ricorda quanto sia importante mangiare e quanto lo sia porre attenzione negli alimenti assunti e assorbiti, potenzialmente rientranti nel nostro piano alimentare.
Erri De Luca si dimostra nuovamente un maestro nel creare scene che sanno essere evocative, empatiche, emotive e che conducono il lettore per mano. Qui il cibo non è però solo evocazione ma identità e fattore di aggregazione in un tempo che passa e che scorre.
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