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Ti attendo in quella sera d'inverno...
«Vorrei che tu venissi da me una sera d’inverno e, stretti insieme dietro i vetri, guardando la solitudine delle strade buie e gelate, ricordassimo gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo.»
Avvicinarsi a Dino Buzzati è sempre un’esperienza che lascia il segno. Questo sia che si tratti di romanzi che di racconti come nel caso de “La boutique del mistero”. E non è mai semplice, questa scelta. Il racconto, per effetto ed esperienza, è una delle forme narrative in assoluto più complesse e difficili da realizzare in quanto proprio per la struttura in sé rappresenta una delle formule più ardue da gestire al fine di mantenere costante l’attenzione del lettore.
«Ogni vero dolore viene scritto su lastre di una sostanza misteriosa al paragone della quale il granito è burro. E non basta una eternità per cancellarlo.»
Ne “La boutique del mistero” ci troviamo davanti a 31 racconti che hanno la grande capacità di riportare alla luce quelle che sono le tematiche più care al narratore. Passando tra realtà e fantasia, tra mondo immaginifico e concreto, tra fantasia e quotidianità ma anche tra esistenzialismo e realtà. Ogni racconto è molto breve ma nella sua brevità racchiude una potenza evocativa notevole.
Tra le problematiche narrate non poteva mancare quella della morte, cara e riproposta spesso dall’autore in altre opere, e che viene affiancata da illusioni, fede, mancanza di fede e abbandoni e sconfitte. I personaggi sono ben costruiti e delineati tanto che non faticano ad entrare in empatia con il lettore. Ciascuno a suo modo, ciascuno per le sue caratteristiche, ciascuno per le sue non caratteristiche. Questo anche quando i tratti salienti sono accennati e non completamente costruiti. Questo anche quando sono le vicende a sorprendere per la loro evoluzione talvolta anche fuori dagli schemi più logici o più consueti che il lettore tende per effetto ad aspettarsi.
Tra dubbio e paura, morte e viaggio, malattia e guarigione, confine e confine oltrepassato, terrore e speranza. Il tutto è accompagnato dall’immancabile stile di un autore che spesso è stato sottovalutato ma che al contrario ha tanto da offrire. Da leggere e gustare un poco alla volta.
«Nessuno aveva capito; soltanto gli inconsapevoli soldati coronati di cento vittorie, quando marciavano stanchi per le strade della sera, verso la morte, cantando.»
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