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La felicità è nella fanciullezza
Il libro è strutturato come un insieme di racconti, intervallati da capitoli interamente dedicati a digressioni filosofiche. Sono tre le parti principali del testo, corrispondenti alle tre fasi della vita: il mare, in cui viene rappresentata la spensieratezza della fanciullezza; la città, i cui racconti fanno riferimento ai conflitti di gioventù ed infine la vigna, in cui la maturità porta l’uomo alla consapevolezza di ciò che è veramente importante. Come in tutta la letteratura pavesiana, predomina il tema del ritorno a casa e dei bei giorni della fanciullezza ormai svaniti. La maggior parte dei racconti è pervasa da quel senso di impossibilità nel raggiungere ciò che si desidera, che può essere la vista del mare da fanciullo o l’amore da ventenni. E allora ecco che l’uomo maturo prende coscienza del fatto che l’unico modo per essere felici è chiudersi nel ricordo dei luoghi natii e dell’infanzia spensierata ormai perduta. Pur essendo caratterizzato dalla quasi totalità delle tematiche cardine del pensiero pavesiano, con le quali si può essere d’accordo o meno, il romanzo ha una struttura poco ordinata e l’alternanza di racconti a digressioni filosofiche molto ampie spesso disorienta il lettore.
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