Dettagli Recensione
La chiarezza di Sciascia
La quarta di copertina e molte delle recensioni che ho letto su questo racconto di Sciascia sottolineano come il titolo, in una sorta di ironia tragica, usi l’aggettivo semplice laddove la trama è invece molto complicata. Io credo invece che questa sia davvero, purtroppo, “una storia semplice”, semplice perché fin troppo quotidiana, semplice perché fin troppo entrata in un sistema di pensiero per cui quasi si fatica a stupirsi. Semplice non è facile, è soltanto l’ipotesi più ovvia: e purtroppo mai per un istante il lettore riesce a illudersi che tutto è come appare. Io penso che in questo “semplice” ci sia più amarezza che ironia, più disincanto che sarcasmo, più dolore che umorismo. Lo stile di Sciascia è pulito e tagliente, caratteristico col suo incedere leggermente anacolutico, con i suoi costrutti dal ritmo quasi classico, con la sua sommessa grandezza e la trasparenza del pensiero. Ecco i punti migliori del racconto sono proprio quelli in cui più brillante risalta l’intelligenza acuminata dello scrittore, nelle battute laceranti e improvvise che irrompono in un dialogo e che sono capaci, in due parole, di adombrare spazi di intensa riflessione.
C’è un omicidio, c’è un intrigo, un nodo da sciogliere: è una storia semplice, quella di un giallo che si è fatto realtà, quella di una terra dilapidata della sua innocenza, stretta nella morsa di un potere che vuole solo preservare se stesso. È un racconto condotto con grazia, raccontato con intelligenza, cui forse nuoce solo una lunghezza ambigua: troppo per un racconto fatto e finito, troppo poco per un romanzo breve. Eppure scrivere con tanta decisione e con tanta limpidezza di pensiero non può che essere segno di uno scrittore dotato di rara coerenza e ancora più rara umiltà.
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