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Siamo tutti un po' zinco
«[…] Viveva di sogni come tutti noi, ma i suoi sogni erano saggi, erano ottusi, possibili, contigui alla realtà, non romantici, non cosmici. Non conosceva il mio tormentoso oscillare dal cielo (di un successo scolastico o sportivo, di una nuova amicizia, di un amore rudimentale e fugace) all’inferno (di un quattro, di un rimorso, di una brutale rivelazione d’inferiorità che pareva ogni volta eterna, definitiva). Le sue mete erano sempre raggiungibili.»
Ventuno racconti sono quelli che Primo Levi ci dona. Ventuno racconti ciascuno dei quali è abbinato a un elemento della tavola periodica così da narrare e approfondire i medesimi, la sua storia di vita ma anche quelli che sono i maggiori caratteri dell’animo umano. È attraverso questi, infatti, che l’autore affronta quelli che sono elementi comuni nelle nostre esistenze, elementi che possono essere ravvisati tanto nel bruciare dell’idrogeno, nella resistenza dello zinco che se isolato è così remissivo ma se unito ad altri componenti è al contrario vorace e tenace nel suo essere, o ancora del ferro, del carbonio e dell’uranio e di ognuna delle loro intrinseche peculiarità.
«Ero sazio di libri, che pure continuavo a ingoiare con una voracità indiscreta, e cercavo un’altra chiave per i sommi veri: una chiave ci doveva pur essere, ed ero sicuro che, per una qualche mostruosa congiura ai danni miei e del mondo, non l’avrei avuta dalla scuola.»
E Levi riesce in una doppia missione. Da un lato appassiona e incuriosisce quelli che sono i dati scientifici, appagando la curiosità dei lettori più o meno esperti come nel caso della qui scrivente, e dall’altro ricostruisce un puzzle fatto di episodi e di altre tematiche sottese ma care allo scrittore quali la problematica ebraica che riporta e conduce, a sua volta, a quella delle origini, delle radici.
Forse rispetto ad altri scritti del romanziere, ma anche per dato tematico trattato, questo è un poco più asettico nel suo scorrere, è forse meno emozionale. Tuttavia, non manca di conquistare e affascinare, di trattenere e di coinvolgere.
È un libro forse un poco più di nicchia ma certamente da leggere e assaporare, un poco alla volta, leggendo magari anche un racconto al giorno con un’altra lettura da abbinare al suo fianco, ma assolutamente da conoscere. È un insieme di racconti che fanno riflettere, sorridere, meditare. Un elaborato che si sedimenta.
«Era proprio idrogeno, dunque: lo stesso che brucia nel sole e nelle stelle, e dalla cui condensazione si formano in eterno silenzio gli universi.»
«Sulle dispense stava scritto un dettaglio che alla prima lettura mi era sfuggito, così arrendevole davanti agli acidi, che ne fanno un solo boccone, si comporta invece in modo assai diverso quando è molto puro: allora resiste ostinatamente all’attacco. Se ne potevano trarre due conseguenze filosofiche tra loro contrastanti: l’elogio della purezza, che protegge dal male come un usbergo; l’elogio dell’impurezza, che dà adito ai mutamenti, cioè alla vita.» (sullo zinco).
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