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Tre belle estati
Tre i sono i racconti contenuti in questa raccolta a firma Cesare Pavese: “La bella estate”, “Il diavolo sulle colline”, “Tra donne sole”.
Nel primo racconto conosciamo Ginia e la sua ultima estate della giovinezza sino all’approdo di quella che è l’età adulta. Ella vive da sola con il fratello, senza genitori, lavora come modista ed è per questo convinta di esser già avvezza alla vita. Entra per mezzo di Amelia in un giro di pittori in cui riveste il ruolo di modella e qui si lascia trasportare dal sentimento e per questo si concede. Quando l’amica si ammala ecco che giunge la consapevolezza, l’estate che si rinnova, la stagione che giunge al termine.
Nel secondo racconto a far da condottieri sono tre amici universitari che trascorrono i mesi estivi in quel di Torino. In queste serate tra chiacchierate e scorribande conoscono Poli, il rampollo dell’alta società pieno di cocaina. Le circostanze vireranno in modo inevitabile, tragico. Oggetto principale del testo è quello di soffermarsi sulle criticità tra classi sociali e in particolare quello di mettere in evidenza la perdizione delle classi più abbienti che tutto hanno a differenza delle classi meno elevate che vivono con poco e di quel poco fanno tesoro.
Nel terzo racconto, stante le tematiche trattate e le ambientazioni aventi ad oggetto luoghi di moda e ambienti d’arte pittorica, viene naturale considerare sussistente un filo conduttore con il primo titolo della raccolta. Tuttavia, l’autore si distanzia anche da questo per soffermarsi sulla psicologia dei personaggi, sulla quotidianità, sul pessimismo di quei giorni che lo videro per primo protagonista. Una malinconia di fondo che non manca di far riflettere il lettore soprattutto a fronte delle circostanze storiche che sono seguite.
Tre storie, tre stagioni, tre belle estati.
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