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Lo zibaldone del XXI secolo
Un insieme di ritagli di mondo e di racconti fusi in un unico saggio "breve" che prende il nome da un importante imprenditore e circense: questo, in (neanche troppa) sintesi, il profilo generale di 'un lungo libro che parla del nostro tempo [...] a colpi di articoli', un 'festoso spettacolo di freaks, pistoleri e illusionisti' che rimbalza fra acrobazie temporali, attrazioni culturali, doppio entr'acte e bonus track che richiama la "società liquida" di Bauman.
E' un occhio clinico traboccante di curiosità, quello dello scrittore torinese, a raccogliere sussurri, previsioni, usi, costumi ed eredità di una società contemporanea esibizionista e bonariamente avvezza a suscitare scandali e ad innescare dibattiti.
Lo 'svagolamento poetico' di Boca-River, la danza di Gabriel Garcia Marquez, la psicanalisi del bowling americano, l'11 Settembre 2011 tra realtà e finzione, Hemingway e la Feria di San Fermin, l'ultima lezione di Vattimo, la stazione a scartamento ridotto di Hanoi, amicizie e 'Rolling Stones' prima di Facebook, il punto e virgola perfetto di Houellebecq, Eco e la 'sua certa idea di mondo', il 'grandioso gorgo sonoro' dei Wiener Philharmoniker, Mario Vargas Llosa contro la civiltà dell'immagine, il personaggio geniale di Paperone, Orhan Pamuk e il suo 'romanzo in forma di catalogo', e la bussola suggeritrice di Walter Benjamin sono una minima parte delle istantanee imprevedibili di un circo in continuo work in progress. Dove il punto di vista è quello dei 'nevrotici che invece di godersi la vita risultano inclini a interpretarla come un duello'.
Tra postmodernità e iconismo, sarà fantastico sorseggiarlo come il tipico tè alla menta del Cafè Hafa di Tangeri, fra vento teso da est, un piccolo biliardo di noccioline e svariate riflessioni sul mondo ignoto.
'E' il problema dei più, oggi, il problema della gente di buona volontà. Sentono di essere ormai oltre una certa civiltà, ma non vogliono essere peggiori.'.
Peggiori dei barbari.
Peggiori dell'imbarbarimento.