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Sciascia il "semplice" ma potente
Sciascia ha una "capacita di sintesi" fuori dal comune. Questa definizione va tuttavia estesa: essa non si limita all’accezione del “raccontare molte cose in poche parole”, ma anche all’abilità di trasmettere un messaggio forte e efficace, senza la necessità di mettere in piedi storie complicate e condensando tutto in poche pagine. A questo, aggiungiamo che Sciascia, anche nelle sue opere più brevi, non risulta mai sbrigativo o sciatto e capirete di avere di fronte un “matematico” della letteratura. Sì, perché così come i matematici snelliscono le loro formule facendogli mantenere lo stesso significato, così Sciascia riesce a snellire le sue storie senza che queste ne perdano in forza.
Per quanto mi riguarda, questa è una delle peculiarità più grandi dell’autore, che gli ha permesso di distinguersi nel panorama letterario italiano e che lo rende quanto mai leggibile in questi tempi in cui le digressioni ci piacciono così poco. Di questa peculiarità, “Una storia semplice” è un fulgido esempio.
Partiamo dal titolo, che potrà apparire banale ma non lo è: "Una storia semplice" narra infatti gli eventi di un caso poliziesco che tanto semplice non è, ma che tale viene considerato fin dall'inizio. Questo perché alcuni degli attori coinvolti vorrebbero bollarlo in fretta come “un caso di suicidio”, così da non doversi assumere gli oneri e i rischi che vi sono implicati, con immensa vergogna per gli organi di giustizia. Se non fosse per la solerzia del brigadiere che si ritrova per primo sul luogo del delitto, il caso verrebbe archiviato come se fosse davvero una storia semplice e priva d’importanza.
In secondo luogo, soffermiamoci sull’aspetto puramente narrativo: in effetti non v’è nulla di cervellotico o difficile da comprendere, in questa storia, eppure questa porta a galla una realtà tutt’altro che semplice da digerire; una realtà che si palesa con una potenza inaudita soprattutto nella pagina conclusiva. L’ultimo paragrafo è infatti un pugno nello stomaco, un paragrafo in cui ci viene presentata una verità scomoda, che provoca riflessione e amarezza.
“Una storia semplice” si legge anche in un’ora, ma credo che ne valga assolutamente la pena. Ricordate, vi sono pochi autori che riescono a trasmettere così tanto, con così “poco”; in modo semplice.
“Il magistrato scoppiò a ridere. «L'italiano: ero piuttosto debole in italiano. Ma, come vede, non è poi stato un gran guaio: sono qui, procuratore della Repubblica…». «L'italiano non è l'italiano: è il ragionare» disse il professore. «Con meno italiano, lei sarebbe forse ancora più in alto». La battuta era feroce. Il magistrato impallidì. E passò a un duro interrogatorio.”
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Commenti
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sei sempre gentilissimo, grazie! Sì assolutamente... credo che Sciascia sia uno degli autori più importanti del panorama letterario italiano.
Vale.
non posso far altro che concordare; un autore di livello superiore.
Vale.
Purtroppo, posso dare alla tua opinione un solo voto...
grazie, come sempre. Uno voto mi basta dai! :D
Vale.
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