Dettagli Recensione
Morgane 2019
Dieci donne, dieci storie, dieci racconti tutti accumunati da un unico denominatore comune: una strega. Così come nella copertina in cui viene ritratta una fattucchiera dall’occhio infuocato che rivolge il suo sguardo sulla realtà e al contempo accecandola, all’interno dello scritto ogni figura è avvicendata da ciò. In particolare, la Morgana del ciclo di Artù, è investita dell’arduo compito di descrivere il turbamento che esse sono in grado di suscitare.
Ma quali donne hanno scelto di trattare in questo originale componimento Michela Murgia e Chiara Tagliaferri? Esse sono donne fuori dal comune, donne che esulano da ogni stereotipo e che non rappresentano l’emblema delle donne caste e angeliche. Sono donne prorompenti, caratterizzate da un ruolo che chiede di emergere, da un orgoglio che deve essere saziato, da un ego che deve essere riempito.
La “sindrome di Ginger Rogers” è inoltre, il nemico da abbattere. Questa, che consiste nell’idea che una donna per raggiungere determinati obiettivi deve necessariamente raggiungere gli stessi risultati di un uomo ma in modo nettamente migliore, è ciò che deve essere debellato così come quel senso di sacrificio e di abnegazione che caratterizza il genere femminile.
Ecco perché restiamo colpiti da quest’ultimo lavoro a quattro mani delle due novelliere: perché tutto ciò a cui sino ad ora siamo abituati, semplicemente viene meno. Sono donne anticonformiste, quelle descritte. Donne che non desiderano dimostrarsi quali migliori, donne che semplicemente non ricercano una perfezione assoluta.
Tanto il profano quanto il sacro sono oggetto della narrazione. Entrambe i temi sono però tra loro ben bilanciati e ben calibrati. Ogni donna che viene descritta ha inoltre un’altra grande peculiarità, non teme di mettersi in gioco, di giocare con la propria immagine tanto che l’effetto sul lettore è quello di una grande energia.
Tutte le Morgane non hanno temuto di percorrere i loro sentieri, non hanno temuto di ripercorrere i propri passi, non hanno temuto le rinunce. Sono donne che mandano un messaggio molto forte, soprattutto nella società attuale tanto basata sull’apparenza, la superficialità e la standardizzazione.
È un componimento che sa toccare le corde dei lettori più sensibili e che per questo non manca di arrivare e lasciare il segno. Anche nei lettori che come me sono meno attratti dal tema.
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