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Prima che la memoria si cancelli
Come assai opportunamente l’autore precisa in una sua introduzione all’opera la stessa è stata concepita come un esercizio per le vacanze trascorse nell’estate del 1916 nella casetta sul Monte Amiata. L’età, che inevitabilmente trasforma e storpia anche la memoria, con l’aggiunta della sopravvenuta cecità, fanno sì che questi ricordi messi giù come racconto costituiscano per Camilleri soprattutto un punto fermo e cioè abbiano lo scopo di evitare le assai probabili future dimenticanze. Al lettore queste prose possono far pensare, giustamente, a una sorta di autobiografia non consequenziale, cioè a un insieme di episodi che possono far sapere qualcosa di più sul trascorso dell’autore. Preciso subito che non si racconta di eventi eclatanti, anzi, tranne pochi casi, di tratta di fatti che sconcertano nella loro banalità e che possono essere riferiti anche a vite di altre persone. Chi si aspettasse un Camilleri segreto, una figura dal passato epico, è meglio che si metta l’animo in pace, perché Camilleri è un comune mortale. Ciò non toglie che, nella sua non certo corta vita che ha attraversato un periodo storico memorabile per l’Italia, ci siano stati episodi che, almeno a puro titolo di curiosità, possono interessare, quali, per esempio, la storia quasi kafkiana delle ceneri di Pirandello, o la vicenda dell’ingegnere che in periodo bellico si diletta a costruire aquiloni con i quali intende bombardare Malta, per non dimenticare poi l’incontro con i briganti della banda del famigerato Salvatore Giuliano, oppure la fallita intervista a Luciano Liggio. L’episodio migliore, però, almeno secondo me, è il colloquio con Eduardo De Filippo sulla sua isola nel golfo di Napoli. Meno interessanti e, a parer mio, addirittura noiose sono le prose ove si racconta di incontri con artisti del mondo delle lettere e dello spettacolo. Forse per l’autore hanno un’importanza tutta particolare che invece non riesce a cogliere chi vive fuori da quel mondo. Nel complesso, benché fra alti e bassi, la lettura è abbastanza interessante, ma non rivela nulla di più di Camilleri di quanto già conosciamo.