Dettagli Recensione
Quoto solo De Cataldo.
Tre storie quelle presentate che assumono la forma di tre lunghi racconti scritti da tre autori diversi.
Nella prima, a firma Carlotto, ci troviamo di fronte all’ennesima poliziotta corrotta e fedifraga, nella seconda, a firma De Cataldo, ci troviamo davanti ad una agente precisa, incorruttibile e meticolosa che indaga su misteriosi morti che richiamano in parte il fenomeno del Blue Whale per poi distaccarsene e dar vita a un intreccio narrativo solido e ben architettato, la terza, a firma De Giovanni, è una sorta di prequel di quello che poi è divenuto “Sara al tramonto”.
Che dire, i nomi sono altisonanti, le aspettative altrettanto alte. Purtroppo però tra le tre l’unica vicenda davvero originale, innovativa e piacevole da leggere è quella di De Cataldo. Carlotto eccede con il malcostume dei funzionari di pubblica sicurezza – tema che ormai è stato trito e ritrito – e con la volgarità e le violenze al genere femminile, i suoi personaggi, infatti, faticano a entrare nelle grazie del lettore, De Giovanni, al contrario, non convince soprattutto se si è già letto – come nel mio caso – l’opera citata e di fatto successivamente pubblicata. Il risultato è un senso di delusione cocente che non manca di aleggiare nell’aria con tutto il suo disarmante aroma. A mio modesto giudizio “Sbirre” indossa i panni dell’evento mediato e si offre al grande pubblico al massimo come un libro per “novizi” di questi autori ma che è incapace di esprimerne il vero potenziale.
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