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Tutte le vite meritano compassione
Manuale per ragazze di successo è una silloge di racconti di Paolo Cognetti nei quali la donna è narratrice o comunque protagonista dei disagi, delle evoluzioni sociali del rapporto di coppia, dei successi economici o delle difficoltà che la generazione dei cosiddetti millenials deve affrontare.
Così, nel primo racconto (Educazione e cortesia in mare) la giovane narratrice analizza la fine del rapporto con Nicola durante il viaggio che la coppia intraprende verso il sud per partecipare al matrimonio della madre. I rapporti falliscono per il classico dilemma tra uguali e opposti? (“Due persone devono avere almeno una decina di cose importanti in comune, per stare davvero bene insieme… Tutti siamo affascinati dal nostro opposto, ma quella è attrazione erotica, ma… due veri amanti devono essere uguali…”).
Nel quarto racconto (Fare ordine) Sara è una photo editor che cerca invano di partecipare i propri problemi lavorativi al compagno, che invece l’ha appena tradita e s’interessa piuttosto dell’auto che intralcia il percorso del tram (“La campana del tram batte quattro colpi a ripetizione. Din din din din”).
In “Tre bambine non possono giocare insieme”, una giovane ereditiera alla vigila della maggiore età, con la propria compagna e nell’agriturismo paterno, ripercorre il ciclo economico di una famiglia del nord est. Il nonno ha venduto le sue terre e si è imbarcato in un’impresa fiorente: partito come ciabattino, ha commercializzato prima anfibi e poi ha fatto fortuna brevettando scarpe di gomme. I figli hanno venduto l’azienda e hanno fallito. Toccherà a lei riscattare le sorti familiari?
“Orientarsi con le stelle” è ambientato nell’autogrill di Modena Nord: ai ritmi del traffico sulle due carreggiate dell’autostrada, il compagno gommista assiste alla carriera di Bet (“Date a una donna una carriera e vedete quello che succede”) e ne paga le conseguenze.
“La ragazza che sei stata” (“Avevo un lavoro a Malpensa, oltre a un paio di amanti: consegnavo le valigie smarrite…”) decide di cambiare vita e interrompe con violenza la sua relazione con Marco, quando l’insoddisfazione finalmente scatena in lei il desiderio di reagire (“Cercavo un buon ricordo nella mia vita adulta. Non mi veniva in mente niente”).
Un sottofondo di tristezza, d’incompiutezze e di angoscia pervade l’opera sino alla conclusione (“Tutte le vite meritano compassione. Se c’è qualcosa di buono, è che ogni vita perdente è una storia e questa è la mia”).
Giudizio finale: generazionali, vagamente sociopatici, questi racconti stanno forse alla base della fuga in montagna di Cognetti?
Bruno Elpis
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