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Diavoli custodi
 
Diavoli custodi 2017-12-27 09:51:56 ornella donna
Voto medio 
 
2.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
ornella donna Opinione inserita da ornella donna    27 Dicembre, 2017
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"Mostruosità terrestri"

A trentasei racconti di Erri De Luca sono affiancati altrettanti disegni in bianco e nero e a colori dell’artista Alessandro Mendini: due personalità eccezionali e un ricamo di pregio. Una partitura comune e la corda giusta nella misura breve sia nelle figure che nei racconti. Nei disegni De Luca ritrova pezzi della sua vita, immagini dell’infanzia, smonta luoghi comuni e stereotipi. I due artisti iniziano quasi per gioco ispirandosi ai disegni di un bambino dislessico caro ad entrambi e via via stabiliscono un dialogo di forme e parole ricco di senso, tracciano sulla pagina le proprie paure, le tentazioni, ne risulta, così, un vivace campionario di
“mostruosità terrestri.”.
Ogni pagina è un frammento di senso rubato al cosmo. Nei disegni riprendono vigore immagini dell’infanzia e in questo viaggio fantastico e divertente i mostri affabili si collocano in geografie ironiche ed immaginarie.
“In questi duetti di pagine nostre che vanno sottobraccio, dichiaro la mia indipendenza. Provo suggestione seguendo le linee del suo inchiostro. (…) Le pagine somigliano alle foglie. Sono tornato sotto quelle di Pinocchio. (…) La lingua italiana di Collodi mi mette di buon umore.”
I disegni fanno spalancare gli occhi come uno strappo nel cielo. Mettere i mostri in forma le riduce di intensità e di angoscia. Il foglio con i suoi bordi li imprigiona.
“I mostri sono diavoli custodi dell’infanzia, nessun angelo può tenerli a bada”.
Mentre i mostri restano sullo sfondo, si rende omaggio alla dislessia, colta nella sua essenza creatrice.
Un libro che non pretende di essere terapeutico, non costringe i mostri allo sfratto, ma affronta la loro anatomia, illustrata e scritta. Pagine calibrate e suggestive:
“Il tracciato di un elettrocardiogramma disegna a picchi e onde increspate il battito del cuore. L’inchiostro scende nei chilometri del circolo sanguigno fino ai vicoli ciechi dei capillari minimi.”
Il nostro più profondo sentire è scandagliato attraverso percorsi non prevedibili.

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