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Una affascinante storia criminale
La casa editrice Contrasto pubblica Un fitto mistero di Giancarlo De Cataldo. In questo libro l’autore narra di alcuni delitti efferati ed eclatanti della storia italiana e non solo, anche internazionale, dal secolo scorso ai giorni nostri.
“perché certi delitti attraggono tanto la nostra attenzione e altri ci lasciano indifferenti?”,
questo si domanda De Cataldo nella introduzione al suo libro. Il fenomeno non è dovuto solo a come i giornalisti parlano degli eventi, spesso “reinventandosi” il caso, costringendo il lettore ad addolorarsi per la vittima o pietà per l’assassino. Infatti, quando i cronisti possono “gonfiare” gli avvenimenti con il loro modo di narrare, certi episodi di cronaca nera sono destinati a sopravvivere nella storia e nella memoria collettiva al di là della oggettività, veramente riscontrata. L’autore indaga proprio su quegli elementi differenziali che possono aver contribuito in certi eventi a focalizzare l’attenzione nei confronti di determinati delitti.
Oltre ai testi di narrazione elaborati da De Cataldo, il volume presenta un ricco apparato iconografico, che raccontano i fatti dell’epoca, che avevano dominato le prime pagine dei quotidiani. I caso raccontanti dall’autore sono raggruppati per grandi tematiche in otto sezioni: Delitti di famiglia, Complotti, Mafia, Delitti di Affari, Delitti politici, Mostri&Co, Delitti a luci rosse. Il filo che li accomuna non è solo il clamore che hanno suscitato, ma il fatto che sono stati i primi ad essere oggetto di una copertura mediatica diffusa, inaugurando la caccia allo scoop, iscrivendosi nell’immaginario collettivo al punto di diventare fonte di ispirazione per artisti, scrittori, musicisti.
Dalle vicende della banda della Magliana al Mostro di Firenze, passando per Jack Lo Squartatore, fino a giungere ai bagni di sangue della Mafia e delle Brigate Rosse: l’autore analizza e narra i crimini illustri, quasi iconici, che hanno riempito le pagine dei giornali e che sono rimasti nel ricordo di ognuno di noi. Che siano delitti di affari, come il caso Sonzogno, o delitti a luci rosse, come l’omicidio della Dalia Nera, a stupire e al contempo ad impressionare il pubblico è stata soprattutto la dinamica di queste violenze. Tenendo sempre presente che la storia d’Italia è anche e molto una “storia criminale”, nell’amara convinzione che:
“il fattore violenza ha esercitato un pesantissimo condizionamento nella nostra democrazia. E lo ha fatto a prescindere dagli obiettivi immediati: sotto questo profilo le pallottole del bandito Giuliano e Capaci, le bombe di Piazza Fontana e la Renault Rossa di via Caetani appartengono, per così dire, alla stessa “famiglia”. Corollario di questo attento uso “politico” della violenza, l’ossessiva presenza, sullo sfondo, se non decisamente nel cuore, dei grandi misteri, di settori degli apparati dello Stato.”
Un libro, strenna natalizia certa, e di sicuro ed indubbio fascino.