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Nostalgici ricordi di un mondo scomparso.
Andrea Camilleri ormai non scrive più, ma continua instancabilmente a lavorare, dettando quanto gli preme comunicare; nel volume appena edito da Rizzoli (2017) sono riportati episodi di vita vissuta, incontri con personaggi famosi, esperienze di lavoro e familiari che l’autore classifica come veri e propri “Esercizi di memoria”, una memoria vivida, che scava con arguzia e nostalgia in ricordi, che paiono attuali tanto sono precisi e particolareggiati, di fatti risalenti più o meno alla metà del secolo scorso. Il volume, portato a termine durante le ferie estive del 2016 sul Monte Amiata, inizia con il racconto delle vicissitudini per onorare le ultime volontà di Pirandello, le cui ceneri il commediografo voleva tumulate in contrada Caos, ad Agrigento, di fronte al “grande mare africano” ; altri racconti fanno rivivere episodi dell’intensa vita giovanile di Camilleri e delle sue esperienze come regista teatrale e televisivo: ed ecco sfilare grandi personaggi della letteratura, del teatro e del cinema, da Vincenzo Cardarelli a Eduardo de Filippo (guai a parlargli del fratello Peppino!), dal regista teatrale russo Piotr Sharoff a Michelangelo Antonioni, da Monica Vitti a Vitaliano Brancati, da Mario Luzi a tanti altri citati di sfuggita di cui forse oggi si è persa la memoria. Ma la memoria di Camilleri si fa più intensa e partecipe quando narra in vari episodi esperienze dirette, che hanno lasciato traccia indelebile: la casa di campagna dei nonni, una via di mezzo tra “una villa e una casa colonica”, che Camilleri descrive minuziosamente, percorrendone ogni stanza ed ogni angolo con nostalgia, quasi rivivendo gli attimi felici dell’infanzia e dell’adolescenza, e poi, più in là negli anni, l’ incontro fortuito con un vecchio bandito della banda Giuliano che cita a Camilleri, allora studente universitario, Kant, Schopenhauer e Hegel, i preliminari per un colloquio con il capo mafioso Luciano Liggio, gli incontri con personaggi stravaganti, come il commediografo Serbati Angelo (cui è dedicato un intero capitolo), originale e caparbio, precursore del surrealismo, ignorato dalla critica e poi diment6icaqto da tutti, l’edicolante della stazione di Napoli e la sua fragorosa pernacchia, la bionda cavallerizza del circo Pianella, l’irredentista maltese Borg Pisani … Non manca un capitolo del volume dedicato ai premi letterari vinti da Camilleri, elencati non per vanteria ma spiegandone le motivazioni talora bizzarre. Ed infine una rivelazione: per il commissario Montalbano, protagonista di tanti romanzi di Camilleri, l’autore dichiara di essersi ispirato ad un cugino di suo padre, il commissario Carmelo Camilleri, operante durante la seconda guerra mondiale, un uomo che, come Montalbano, “ per la ricerca della verità mette in gioco tutto sé stesso”. In “Esercizi di memoria” Camilleri, ormai novantenne, mette a nudo aspetti poco noti della sua vita giovanile, e lo fa con piglio altrettanto giovanile, quasi conscio di avere, fortunatamente per lui e per noi, ancora tante cose da raccontare.
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