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La vita in dizionario
I brevi racconti che compongono Sillabari sono apparsi in origine sul “Corriere della Sera” fra il 1971 e il 1972 (da Amore a Famiglia) e fra il1973 e il 1980 (da Felicità a Solitudine), mentre è del 1984 il volume che per la prima volta li ha radunati tutti.
Come un vecchio sillabario delle elementari sono raccontati in ordine alfabetico e in poche pagine, situazioni, stati d’animo, sentimenti, comuni a tutti noi.
Si è detto di questi racconti “che sono poesie in prosa” e in effetti l’approccio stilistico è di un lirismo intenso che rivela il modo di sentire la vita dell’autore.
L’atmosfera che pervade i racconti è spesso un’atmosfera onirica, a metà tra il reale e il non reale, venata da una leggera ma diffusa malinconia.
Spesso i racconti si concludono con una sensazione di sospensione, di non finito, che spingerebbe a chiedere una spiegazione: ma non si possono spiegare le poesie.
I personaggi sono analizzati dettagliatamente, sia esteriormente che interiormente e sono pervasi di sentimento mai di sentimentalismo.
Grande attenzione va anche alla descrizione della natura e del paesaggio ripresi con occhio da pittore ma forse sarebbe meglio parlare di descrivere poetando.
Spesso i racconti sono pervasi da una vena di nostalgia per situazioni o sentimenti che potevano essere e che non furono.
La prosa è narrativa, semplice, fluida, carnale e allo stesso tempo asciutta.
La scrittura dell’autore è musicale e al contempo pittorea perché di ogni cosa o persona se ne percepisce il suono e tutto è un caleidoscopio di colori.
La lettura di questi racconti ci lascia la consapevolezza di aver letto una pagina fondamentale della narrativa italiana.
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