Dettagli Recensione
Riflessioni, humour e creatività.
"Una certa idea di mondo" si compone dei commenti di Baricco a cinquanta libri che ha letto. Lo consiglio senz'altro perché ha un modo di scrivere arguto, fluido, direi anche creativo; perché non si limita a spiegare perché gli piace un testo, ma va oltre, scava nella personalità dell'autore, nella trama, nei personaggi, nelle sue impressioni, il tutto con un tono sorridente e arioso che conquista.
Ecco due brani tratti dal testo:
“Ora è difficile crederlo, ma Stefan Zweig fu negli anni venti e trenta del secolo scorso un autore di best seller planetari (il pianeta era più piccolo, allora). Era ebreo, austriaco, nato in una famiglia decisamente ricca, compagno di strada di gente come Richard Strauss, Freud, Schnitzler. Convinto pacifista, si fece in un ufficio la prima guerra mondiale e, all’avvento del nazismo, prese senza fare molto rumore la via dell’esilio. Non si ricordano sue prese di posizione clamorose: continuò a scrivere quel che gli piaceva scrivere, e a scappare con grande dignità".
"Il libro che fondò l'idea moderna di sapere, agli occhi di chi lo scrisse, era una fiction. Liquidati i preamboli, inizia praticamente con questa espressione: "Fin dall'infanzia sono stato allevato nello studio delle lettere...". Quasi Proust. Ah. Una volta ho chiesto alla mia professoressa di italiano dove cavolo Proust aveva preso quel modo di scrivere. Cioè, quella sontuosa capacità di srotolare sintassi per venti righe senza la minima fatica".