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Il cantastorie Camilleri e la sua Sicilia
Che fantastico cantastorie Camilleri ! Quando lascia il filone dell’amato commissario Montalbano ed incanta sé stesso e noi coinvolgendoci nelle storie della sua amatissima Sicilia, terra di contraddizioni, di amori, di follie e di sole, riesce a commuoverci ed a divertirci, trascinando il lettore e tenendolo avvinto con le cadenze del suo dialetto, una vera e propria lingua, facile da capire e comprensibilissima perché ormai diventata quasi un secondo e più immediato modo di pensare e di esprimersi. Questa raccolta di racconti ci fa viaggiare a ritroso nella Sicilia della prima metà del secolo scorso, in una Vigata popolata da personaggi ameni e divertenti, poveracci e baronesse, famigliole scombinate, mogli gelose, madri possessive, giovanotti alla ricerca delle prime esperienze amorose e, soprattutto, bellissime “picciotte” ansiose di far girare la testa agli scalpitanti maschi del paese. Perché di storie d’amore si tratta, storie nelle quali Camilleri, da grande intenditore, sguazza da maestro. Sono otto godibilissimi racconti. Si parte con le disavventure familiari causate dal terremoto del 1938 e si continua con le sorprese causate da somiglianze sospette, e poi ancora con un’asta particolare organizzata da uno zio avido e viscido per lucrare sulle grazie di una giovanissima nipote; non mancano le gesta di un cacciatore dilettante, annebbiato da visioni celestiali, le scorribande notturne di fantasmi tradizionali e non che turbano assai le tranquille notti di Vigata, le smanie amorose di una bionda picciotta alle prese con un giovane confessore e, infine, certe piccanti avventure di pie dame dell’epoca, dedite più facilmente ad incontri lascivi che a fornire “il boccone del povero” agli indigenti. Ma il racconto clou, quello che dà il titolo all’opera (“Le vichinghe volanti”), è il più spassoso e mette alla gogna quattro intemerati professionisti desiderosi di una serata al di fuori dei consueti canoni familiari. I quattro incauti organizzeranno un incontro clandestino con quattro bionde motocicliste acrobati svedesi: una cena luculliana e poi chissà, ma verranno scoperti dalle gelosissime mogli con immaginabili conseguenze. E’ tutto un mondo racchiuso in un paese di cui Camilleri sa tutto o immagina tutto, con fantasia fervida e coloratissima : mariti cornuti ma prontissimi a rifarsi, mogli gelosissime ma con l’occhio sempre vivido a cogliere inaspettate opportunità, giovanissime di rara bellezza che attirano l’attenzione di procacciatrici di matrimoni, letti e giacigli sfatti in una divertente e scanzonata sarabanda di sentimenti e di tradimenti.
E’ il Camilleri più vero e genuino: la sua terra di Sicilia gli offre sempre spunti ineguagliabili.