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E' quasi tutto laggiù...
L' opera di Mari si articola in 11 racconti splendidamente scritti, lessico lussureggiante e classicheggiante, una prosa ricercata e colta, dal sapore antico, arcaico, che rimane tale anche quando l'umorismo prevale sulla malinconia, l'ironia sull'inquietudine e l'angoscia per il futuro.
La costruzione di ogni periodo è un'opera d'arte, una scultura finemente cesellata, ogni termine scelto e posizionato con cura maniacale a concorrere nel raggiungimento di un'armonia quasi musicale e perfezione stilistica.
Ogni racconto è un pezzo d'infanzia che riaffiora prepotentemente sfidando e vincendo la pressione esercitata dall'oblio con cui la vita adulta, la maturità, cerca di relegare nei più profondi meandri della memoria quei momenti, quelle immagini, quelle emozioni che tanto abbiamo amato perchè hanno plasmato in tenera età la nostra personalità, in quegli anni fortemente ricettiva verso qualsiasi stimolo esterno perchè ancora priva di esperienza, ancora incontaminata.
Volendo trovare un'immagine rappresentativa di questi racconti penserei ad un geyser, per l'impeto che trasmettono, il desiderio di non soccombere, di non svanire e perdersi per sempre... come i giocattoli, quei giocattoli che erano nostri compagni di sogni ed avventure in mondi inventati nella nostra cameretta, a cui non avremmo rinunciato per nulla al mondo e che da un giorno all'altro scompaiono, senza rendercene conto, come se qualcuno, un ladro invisibile li abbia nascosti o peggio ancora distrutti.
"Infatti è così, scompaiono. Tutto il segreto sta nel non distrarsi mai, mai abbassare la guardia... sapere sempre cosa si ha, dove lo si ha.. E ciò che hai amato anche un solo mattino, tenertelo stretto fino alla morte. Tenere, tenere, tenere .."
E i giornalini, la raccolta di fumetti se non l'intera collezione Urania, magari accantonata nel ripiano superiore e più nascosto della libreria, non sono forse un tesoro inestimabile al pari dei grandi classici, dei nobili testi occupanti in bella mostra i ripiani centrali?
"Non erano forse un documento - una prova! - della sua infanzia e insieme del suo angosciato dibattersi per non uscirne mai, da quella infanzia, mentre tutto invece aveva congiurato a strappargliela via a sangue a colpi di paure, di orrende prurigini, di ambigue conquiste intellettuali, di botte da orbi? "
E per questo motivo i ricordi-racconti di Mari sanguinano, e sarà così per sempre, sono una ferita aperta che mai si rimarginerà.. perchè il loro destino è inevitabile, il loro dissolvimento inarrestabile come inesorabile è la transizione verso l'età adulta.
Tutti i racconti indistintamente meritano di essere letti, se non altro per lasciarsi ammaliare dalla superba scrittura di Mari:
"C'è una zona, proprio sotto il ginocchio dei ragazzini, in cui si compendia l'orrore dei giardinetti: là, dove la pelle è più grigia e più spessa, quasi cotta dagli sfregamenti sull'erba; là, dove la lerceria si è consustanziata nel derma. In quel livido lembo di cuoio si leggono le imprese scomposte di una precoce virilità, l'iscrizione a precisa mafiucola, la disgustosa logica della strada."
Io però ne ho amato uno in particolare, un piccolo grande capolavoro, un concentrato di poesia e pregiata letteratura: 'Otto scrittori'
Una sfida immaginaria tra 8 grandi nomi, autori dei più memorabili romanzi di avventura, aventi il mare come protagonista assoluto: romanzi che ogni ragazzo dovrebbe aver sfogliato almeno una volta nella vita e conservato gelosamente sotto il cuscino, nei propri sogni.
"Non c'è stato molt'altro, nella vita. No, è quasi tutto laggiù."
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:-)
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avevo avuto modo di notarlo lo scorso anno leggendo Roderick Duddle