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La paura di Montalbano
 
La paura di Montalbano 2015-08-30 09:38:02 evakant
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
evakant Opinione inserita da evakant    30 Agosto, 2015
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Di cosa ha paura Montalbano?

La Paura di Montalbano è una raccolta di sei racconti di cui 3 brevi e 3 più lunghi.

Giorno di febbre
Ferito a morte
Un cappello pieno di pioggia
Il quarto segreto
La paura di Montalbano
Meglio lo scuro
I racconti brevi, davvero poche pagine, si alternato a quelli più lunghi, di circa 5-6 capitoli.

GIORNO DI FEBBRE
Montalbano di piglia l'influenza...nel delirio della febbre non trova il termometro e dovrà per forza andarselo a cercare di notte, in farmacia...come andrà a finire?

FERITO A MORTE
L'omicidio di Gerlando Piccolo è avvolta dal mistero: in casa solo lui e la giovane nipote, l'assassino scappa dalla casa ma è chiaramente ferito. Le indagini partono, Piccolo era un usuraio e quelli che avrebbero voluto farlo fuori sono in tanti...ma il mandante dell'omicidio sarà certo la persona più insospettabile, come ancora più insospettabile sarà l'esecutore materiale.

UN CAPPELLO PIENO DI PIOGGIA
Montalbano deve recarsi a Roma per lavoro, all'aeroporto viene smarrita la sua valigia e costretto a girare per Roma per rifarsi il guardaroba incontrerà un vecchio compagno di scuola, uno che era un bel delinquente già allora, che lo invita a cena. Montalbano non è persuaso ma accetta, e, recandosi in serata dal vecchio amico viene sorpreso da un forte temporale e trova sulla sua strada un cappello rovesciato che sta riempiendosi di pioggia...non farà in tempo a toccarlo che il proprietario reagirà con inaudita violenza...

IL QUARTO SEGRETO
Le morti sul lavoro, specialmente nei cantieri edili, sono un fatto tristemente all'ordine del giorno, anche a Vigata, dove un operaio albanese di nome Puka muore cadendo da un'impalcatura... o forse era già morto prima, o forse non era nemmeno operaio e nemmeno albanese (un operaio edile immigrato che fa regolarmente la pedicure?) …
Il mistero si infittisce e Montalbano indaga, un'indagine un po' sui generis visto che deve condurla con un comandante dei carabinieri...


LA PAURA DI MONTALBANO
Riluttante in nostro Montalbano accetta di fare una vacanza in montagna con la storica fidanzata Livia...in montagna?! Montalbano?!
Mi ha fatto molto sorridere l'approccio del commissario ad un ambiente così diverso dal suo e così ostile per lui (quanto familiare per me). Ne scaturisce proprio la sua angoscia per essere un pesce fuor d'acqua.
Anche qui Montalbano vivrà la sua avventura: salverà una donna da un incidente a causa del quale stava per precipitare in un dirupo. Ma è proprio tutto così? Cosa nasconde il marito della donna?


MEGLIO LO SCURO
Una vecchia ospite di una costosa casa di riposo in punto di morte confessa una verità scomoda al suo confessore, il prete contatta subito Montalbano e lo coinvolge nell'indagine.
Un indagine vecchia di 50 anni, un avvelenamento che avvelenamento non era.
O forse sì.
Il prete sa che Montalbano non potrà resistere e indagherà fino a sapere la verità.
Anche se invece della luce della verità, al momento di comunicare come sono andate veramente le cose alla vittima innocente, Montalbano preferirà l'oscurità del non sapere, la verità a questo punto è inutile, non ha più molto senso, dopo 50 anni, dopo che tutti i protagonisti (o quasi) sono morti.


È il mio primo romanzo di Camilleri e a parte il lessico non proprio agevole per una “nordica” come me devo dire che tutti i racconti sono stati piacevoli, scorrevoli e interessanti.
In tutti il filo conduttore è l'incontro di Montalbano con un personaggio diverso che per tutto il racconto è protagonista, nel bene e nel male.
In “Giorno di febbre” è l'insolito barbone.
In “Ferito a morte” è la giovane nipote della vittima, tanto coraggiosa, o forse solo impudente nella presunzione di sembrare anche lei vittima di riflesso dell'omicidio.
In “Un cappello pieno di pioggia” è l'ex compagno delinquentello, redento lui stesso, ma purtroppo non il figlio, che non si salverà.
In “Il quarto segreto” è il carabiniere suo alleato di indagini, che prende la risoluzione del caso come una questione di principio. Ma è anche il mitico Catarella, che merita una menzione a parte.
In “La paura di Montalbano” è la donna in pericolo di vita, che si ostina, anche dopo il salvataggio, a tenere gli occhi serrati.
In “ Meglio lo scuro” è il prete “ingannatore” e la Ciccina, una sorta di archivio vivente delle disgrazie e dei fatti di Vigata da circa 100 anni a questa parte, una sorta di “gazzettino padano” trasposto in terra siciliana.


Ma veniamo a Catarella, appunto. In questi racconti è in grande spolvero, la sua parlata pittoresca ci accompagna “di pirsona pirsonalmente” diventando sempre più esilarante e al tempo stesso efficacissima.
Nel racconto “Il quarto segreto” diventa una egregia spalla del nostro Montalbano.
“Catarè, quello che stiamo facendo deve restare un segreto tra me e te, non lo deve sapere nessuno.”
Caterella fece 'nziga di sì con la testa e tirò su col naso.
Il commissario lo taliò. Due grosse lacrime stavano calando sulla sua faccia verso la bocca.
“Che fai, chiagni?”
“Commozionato sono, dottori.”
“Perchè?”
“Dottori, ma vossia ci penza? Tri segreti teniamo in comune! Tri! Quanto a quelli della Modonnuzza di Fatima! Anzi, dottori, datosi che siamo propriamente dintra a questo terzo segreto, mi spieca la sua consistenza?”
“Stiamo andando a vedere una cosa che debbono fare i carrabbinera, spero qualche arresto.”
Catarella parse strammato.
“Scusasse dottori, ma, rispetto parlanno, che ce ne catafotte a noi di quello che fanno i carrabbinera?”
“Se te lo dico che segreto è?”
“Vero è” fece Catarella fulmineamente pirsuaso.

Stile ironico, un'ironia tipica siciliana, che se conoscete un siciliano avrete avuto modo di apprezzare...è proprio uno stile di interpretare le cose e di trasporla in parole.
Una narrazione frizzante e diretta che però lascia sempre in sospeso una certa analisi della personalità umana, quella delle vittime, quella dei delinquenti e di chi ci gira intorno.
Personaggi veri, reali, non supereoi da film ma gente comune, con le sue debolezze e le sue stranezze.

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