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Ginia e la sua fragilità
Ginia, giovanissima donna in pieno tumulto giovanile, è la storia di un’iniziazione all'amore, ambientato nelle atmosfere bohèmien degli artisti, in una Torino dipinta in toni grigi. L’innocenza di una ragazza non ancora maggiorenne, timida inizialmente, che si affaccia alla vita, scopre l’amore o quello che crede essere l’amore.
La festa intesa come periodo di vita in cui ci si dona alle nuove esperienze, al sesso, troppo spesso scambiato per amore dall'ingenuità e l’inesperienza che la giovane età porta con sé. Personalmente ho letto solo “La bella estate” primo romanzo della trilogia che porta lo stesso nome, pur non essendo stato particolarmente “rapito” da questo romanzo, ho comunque apprezzato la sua essenzialità, una narrazione senza fronzoli e divagazioni inutili, interessante l’intreccio: sesso, amore, amicizia vissuto e visto da diversi personaggi di diverse età, con diversi punti di vista. La storia è particolarmente incentrata sulle donne e sulle loro sensazioni. Bella l’ambientazione delle abitazioni-botteghe dei pittori e della loro vita atipica, eccentrica, per certi punti di vista peccaminosa. L’amore, forse unilaterale, forse ambiguo, ha, in questa storia la durata di una festa, semplicemente di una bella estate.
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Commenti
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Mi è risultato un po' insipido, rispetto a La luna e i falò.
Grazie
Saluti
Riccardo
Questo libro ha vinto il Premio Strega.
Secondo me, c'è molta differenza qualitativa fra i tre racconti contenuti nel libro. "Fra donne sole" è bellissimo, il miglior testo di Pavese: con grande stile, ha rappresentato una certa gioventù abbiente nella Torino del dopoguerra; donne falsamente emancipate e profondamente sole. Da esso, Michelangelo Antonioni ha tratto il film "Le amiche".
Non mancherò di cercare e leggere anche gli altri due della trilogia.
Grazie
Saluti
Riccardo
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