Dettagli Recensione
Il bar al mare
E allora eccomi qui, di nuovo alle prese con Stefano Benni, e anche stavolta stringo tra le mani una raccolta di racconti. L'autore si conferma dotato di una buona ironia ed è riuscito a strapparmi più di un sorriso. In questo periodo in cui il caldo imperversa e le vacanze si avvicinano, oserei dire che "Il bar sotto il mare" può essere una perfetta lettura da spiaggia. Racconti brevi, alcuni dei quali memorabili (ho letteralmente adorato Matu - Maloa), piacevoli, ironici e scorrevoli. Oh voi che volete rilassarvi sulla spiaggia con un libro in una mano e una bibita ghiacciata nell'altra, Cosa volete di più? Fidatevi, "Il bar sotto il mare" è quello che fa per voi.
Un uomo si ritrova a passeggiare nelle vicinanze di un molo, e improvvisamente vede un uomo camminare e immergersi gradualmente in acqua, come se nulla fosse. Lo segue, e sott'acqua troverà un bar popolato dal gruppo di persone (e animali), più variegato che abbia mai visto. Ma nessuno può uscire dal bar se non racconta una storia, perciò ognuno degli ospiti dovrà raccontarne una. Ci troveremo di fronte a macabri signori, capodogli innamorati, vermi mangiatori di lettere e tanto altro ancora. Ed è chiaro che l'autore con i racconti ci sa fare. Lo stile di Benni è inconfondibile nella sua semplicità, ed è ovvia la sua volontà di rendere omaggio, anche in questo caso, ad autori e personaggi che hanno probabilmente formato la sua personalità e il suo modo d'essere artista. Troveremo, come in "Cari Mostri", un omaggio ad Edgar Allan Poe, un vero e proprio pallino di Benni, che sarà uno degli ospiti del suo bar immaginario e il cui racconto è davvero un omaggio al defunto artista, scritto nel suo stile e nel suo genere, con un tocco di Benni qua e là. Oltre a Poe, anche la grande Agatha Christie. Insomma, in questi racconti Benni conferma la sua poliedricità, che riesce ad accontentare e intrattenere ogni tipo di lettore che ricerchi qualcosa di leggero, piacevole e interessante. Davvero niente male.
“Anche il destino a questo punto si domanda se vale la pena di travestirsi da venditore di torroni, far morire i dentisti, far cantare i tonni e tutto solo per divertire questi bambini volubili che si chiamano uomini. Nessuno gli risponde, perché nessuno può dare consigli al destino, né a San Lorenzo né altrove.”